Le imposte sui consumi hanno il loro fondamento sulle manifestazioni indirette di capacità contributiva che si manifestano nel consumo di ricchezza posseduta. Solo raramente gli obblighi tributari delle imposte sui consumi gravano direttamente sui consumatori. Di regola, infatti, le imposte sui consumi vengono applicate in momenti antecedenti il fatto che le giustificano, e nei confronti di altri soggetti, colpendo solo in un secondo momento il consumatore attraverso i meccanismi della traslazione economica o della rivalsa giuridica.

Quindi, in questo ambito è necessario distinguere le figure del cd. contribuente di diritto (che è colui sul quale incombono gli obblighi tributari) e del cd. contribuente di fatto (che, pur non essendo gravato da alcun obbligo tributario, è il destinatario sostanziale dell’imposta). Le imposte sui consumi possono suddividersi in 4 categorie (dazi, imposte di fabbricazione, monopoli fiscali, e imposte sugli scambi):

  • I dazi sono imposte che si applicano nel momento in cui le merci vengono introdotte in un territorio (o fuoriescono da esso), e che poi si riversano sul consumatore attraverso il conseguente aumento del prezzo dei medesimi beni. Esempio tipico dei dazi è quello dei dazi doganali che vengono applicati al momento dell’introduzione di merci estere nel territorio nazionale. Questa forma di imposizione è andata sempre man mano scomparendo a seguito del processo di integrazione dei mercati e liberalizzazione degli scambi internazionali. In particolar modo, sono stati esclusi i dazi doganali nell’ambito delle operazioni interne al mercato unico europeo. In virtù di ciò, i dazi doganali gravano soltanto sulle merci che provengono da Paesi terzi; la loro disciplina tra l’altro è contenuta all’interno di un vero e proprio Codice Doganale Comunitario;
  • Le imposte di fabbricazione (o accise) sono imposte che vengono invece applicate al momento della fuoriuscita dalle fabbriche nazionali dei prodotti il cui consumo si intende colpire. Anche queste imposte si riversano sul consumatore sotto forma di aumento del prezzo dei prodotti medesimi. Questa tipologia di imposta di solito viene applicata per le merci prodotte da un numero limitato di grandi imprese, la cui attività può quindi essere sottoposta a continui controlli; inoltre è prevista una sovraimposta di confine (aggiunta all’eventuale dazio doganale) in caso di importazione di merci la cui produzione nazionale è soggetta ad accise. Anche questa tipologia di imposta sta andando man mano scomparendo. Le attuali accise gravano gli oli minerali (benzina, gasolio, ecc.), le bevande alcoliche, l’energia elettrica, il metano e pochi altri prodotti; mentre sono state soppresse le accise sullo zucchero, sul cacao, sul caffè, ecc;
  • L’istituto del monopolio fiscale non è necessariamente finalizzato all’imposizione sui consumi; tuttavia la sua principale manifestazione è rappresentata dal monopolio sui tabacchi lavorati (che è pur sempre una modalità di tassazione sui consumi). Ciò che caratterizza questa modalità di tassazione è che viene riservato all’Ente pubblico lo svolgimento di determinate attività economiche, e poi viene attuata la tassazione attraverso la determinazione del prezzo dei prodotti, in misura notevolmente maggiore di quel che si sarebbe avuto in assenza di finalità fiscali. In poche parole, il contribuito è costituito da una parte del prezzo dei prodotti. La disciplina del monopolio dei tabacchi lavorati riserva esclusivamente ad una Azienda di Stato la lavorazione e la distribuzione di sigarette, sigari, ecc.; la stessa legge regola la ripartizione del prezzo pagato dal consumatore tra la parte spettante al concessionario, quella che va a remunerare l’attività produttiva dell’azienda pubblica, e quella (nettamente maggiore delle altre) che viene qualificata come imposta di consumo, e che deve essere versata allo Stato dall’Azienda produttrice;
  • Infine abbiamo le imposte sugli scambi che è quella tipologia di imposta che è andata sempre più a crescere nel corso degli ultimi anni. Essa è caratterizzata dall’assoggettamento ad imposta di tutte le operazioni (sia cessioni di beni che prestazioni di servizi) svolte nell’esercizio abituale di attività economiche; con imposizione dell’obbligo tributario su colui che effettua l’operazione, ma con l’attribuzione al medesimo soggetto di un diritto/dovere di rivalsa nei confronti del destinatario del bene ceduto o del servizio prestato. Proprio in questa particolare tipologia di imposta rientra quella sul valore aggiunto (l’IVA).

 

Richiedi gli appunti aggiornati
* Campi obbligatori

Lascia un commento