A partire dall’età di Diocleziano, a fine III sec. , nel tentativo di rispondere alle sfide militari e socio-economiche del tempo, l’impero si trasformò molto:la perduta centralità dell’Italia, l’estensione della cittadinanza romana a tutti gli abitanti dell’impero, con la costituzione di Antonio Caracolla(212), l’accresciuto potere economico della Gallia, e la nuova capitale di oriente, disarticolava l’impero. Era sempre pensato come un unum corpus, ma l’Italia veniva così posta alla periferia di due centri trainanti e concorrenti:Costantinopoli e la Gallia. La struttura del territorio imperiale era così divisa:

  1. impero
  2. diocesi:(grandi articolazioni amministrative ,rette da vicari dell’imperatore
  3. province:all’interno della diocesi,rette da presidi,e dovevano corrispondere alle sfere territoriali dei poteri dei metropoliti.

La struttura invece della corte imperiale era:

  1. imperatore
  2. sacrum concistorum(potenti consiglieri)
  3. comandanti della fanteria e della cavalleria
  4. vari conti

Vi era quindi una concezione sacra del potere, per cui l’imperatore è ordinato da Dio,ed è sacrilegio ogni attentato all’ordine da lui voluto. In oriente cominciò presto anche a ricevere la corona dalla massima autorità ecclesiastica:il patriarca di Costantinopoli. Tali idee sono contenute anche nelle proclamazioni legislative di Giustiniano(527-565):il corpus iuris civilis. L’opera nata in Oriente, fu estesa all’Italia dopo la guerra gotica, per volontà di papa Virgilio.

Quindi si tendeva a concentrare l’interesse istituzionale sulla figura dell’imperatore,ma è da dire anche che il senato sopravviveva e conservava una sua funzione insostituibile di raccordo del governo imperiale con l’aristocrazia tradizionale e i personaggi nuovi, in qualche modo resisi influenti. Esprime una sorta di diarchia. A occidente, a Roma, il senato poté ereditare la centralità storica della città,ma non quella ormai inattuale dell’Italia; Roma quindi si identificava più con il senato che non con Costantinopoli. Infatti controllava sempre meno l’elezione imperiale e cominciava se mai ad interessarsi di quella papale.

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