Nella più antica città si potevano rinvenire 3 organi fondamentali della costituzione politica:

1. Il rex

2. il consiglio degli anziani (patres)

3. l’assemblea di tutti i membri della comunità

Tali elementi non devono comunque essere valutati come il risultato di un avanzato equilibrio costituzionale. Ci troviamo piuttosto, in questa fase primitiva, di fronte alla trasformazione di strutture che erano già presenti nel mondo dei villaggi e delle comunità tribali. La più significativa trasformazione consiste nel cambiamento di peso di alcuni elementi a danno di altri. È indubbio che la figura del capo, il rex, sia destinata progressivamente a rafforzarsi, tanto da far apparire la sua crescita come parallela e quasi funzionale alla stessa affermazione della «polis».

Diversa è la vicenda degli altri due organi. Per quanto concerne l’assemblea degli uomini in arme, è possibile che essa in parte veda ridimensionati i suoi originari poteri. È indubbio che la sua attività accompagna e rafforza il comando del rex, che appare decisamente in primo piano.

Più complessa è la funzione del consiglio degli anziani. È indubbio che nel senato si condensi un processo di formazione di aristocrazie politiche sociali coincidenti con la vita cittadina. È nel senato che hanno la loro roccaforte le gentes che si pongono come consorterie aristocratiche in cui i gentiles ambiscono di esercitare una reale egemonia sulla società e sullo stato. Tuttavia anch’esso non appare egemone rispetto alla guida politica della comunità che resta compito del rex.

Difatti, la figura del rex si pone al centro della vita politica e costituzionale romana arcaica. La sua potestas sembra rafforzarsi nel corso del tempo, assumendo sempre più accentuati caratteri militari. È indubbio che nella figura del rex coesistessero due sfere di potere:

a) da una parte gli si presenta come il ductor: comandante militare della comunità che assicura con il suo ruolo la compattezza del populus armato e della città

b) dall’altra egli è il supremo regolatore della vita cittadina, il giudice e l’amministratore della comunità

Il momento di saldatura tra tali sfere è costituito dalla più elevata funzione del rex di mediatore fra gli dei e gli uomini, che appare indubbiamente l’aspetto fondamentale di tale figura. Difatti, l’intervento divino ha un ruolo centrale: nella formazione del nuovo rex, ai fini della nomina, è indispensabile il consenso di vino.

Vi sono poi altri elementi, nella sua formazione, che assolvono una funzione determinante; si tratta delle altre 2 componenti della comunità cittadina:

  1. il popolo: presente all’atto dell’inauguratio del rex nonché fautore proprio dell’elezione del rex nei comizi curiati, dietro autorizzazione del senato, come attestato dalla lex curiata (de imperio).
  2. il senato: immediatamente di seguito alla scomparsa del rex, il senato interviene assumendo nel suo complesso i poteri di costui e gestendoli collettivamente à interregnum

Di fatto tali poteri venivano attribuiti a un collegio di 10 senatori, scelti in modo da essere rappresentativi di tutto il consenso dei patres. Tali poteri spettavano collettivamente a 10 patres mentre le insegne di comando venivano attribuite individualmente a ciascuno di essi per 5 giorni di seguito. La nomina del nuovo re veniva effettuata da uno di questi integerres, ma non dal primo, non appena i segni divini e le condizioni politiche lo avessero reso possibile.

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