Il tentativo di governare queste epocali trasformazioni ha indotto le istituzioni pubbliche a intervenire in campi fino ad allora occupati dal libero gioco delle contrapposte forze sociali. Il legislatore ha fatto sì che per tali interventi si cercasse, per quanto possibile, il consenso delle maggiori organizzazioni sociali.

Tutto ciò ha posto in secondo piano l’intervento della giurisprudenza alla cui influenza è soprattutto affidata ai tempi lunghi del lento consolidarsi di orientamenti univoci. La ribalta è stata, invece, assunta da una connessione tra azione dei pubblici poteri e azioni delle parti sociali via via più stretta e più complessa, che, in Italia, ha assunto le forme della concertazione sociale.

Lo statuto dei lavoratori consolidò il contropotere sindacale nelle imprese, con ciò promuovendo la contrattazione collettiva anche a questo livello.

Questo maggior potere sindacale e il progressivo rafforzamento della tutela legislativa della parte debole nel rapporto individuale di lavoro, vincolando i poteri imprenditoriali di gestione del rapporto, hanno prodotto l’effetto di una notevole rigidità nell’uso della forza lavoro e ciò si è posto come un forte ostacolo ai processi di ristrutturazione delle imprese, reso indispensabile dalle modificazioni del sistema produttivo.

È apparso quindi necessario introdurre nella regolamentazione giuridica dei rapporti sindacali e del lavoro elementi di flessibilità. Le politiche tese a soddisfare questa esigenza (deregulation) sono state orientate da scelte di fondo diverse e contrastanti: da una parte si sono poste le politiche, di stampo liberistico, tendenti ad abolire le regole e a restituire la disciplina dei rapporti di lavoro al governo del mercato; dall’altra le politiche tendenti a favorire la sostituzione delle regole di fonte legislativa con una disciplina collettiva. Con la sola esclusione della Gran Bretagna, nei paesi europei è la seconda che ha sostanzialmente prevalso, in coerenza con la scelta di conservare la struttura dello Stato sociale consolidatasi a partire dalla fine della seconda guerra mondiale.

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