In Italia, i primi cambiamenti, riconducibili a questa fase, risalgono alla seconda metà degli anni settanta, e si sono presentati sotto forma di interventi normativi sollecitati da problemi specifici, così da indurre gli osservatori dell’epoca a considerarli conseguenza di una crisi congiunturale o di una transitoria situazione di emergenza. Ed invece, nei decenni successivi, il processo di adeguamento e di revisione delle tecniche e dei contenuti della protezione del lavoro si è gradualmente intensificato ed ha dato luogo ad una serie ininterrotta di riforme di ampia portata, sino al recente intervento organico costituito dai provvedimenti noti all’opinione pubblica come “Jobs act”.

I tratti che caratterizzano questa nuova fase del diritto del lavoro sono diversi. Per quanto riguarda la disciplina dei rapporti di lavoro, il tratto caratteristico è che le riforme della legge non mirano a tutelare soltanto interessi individuali ed a contemperare le istanze di protezione del singolo lavoratore, contraente debole, con le esigenze del singolo imprenditore. Quelle riforme, infatti, sono influenzate in modo determinante dal perseguimento di interessi pubblici generali, quali sono quelli della salvaguardia e dell’incremento dell’occupazione, e del sostegno dell’intero sistema produttivo e dell’economia nazionale.

Tali finalità, quindi, ispirano non più soltanto le leggi che hanno ad oggetto la tutela previdenziale pubblica, ma anche le leggi che hanno ad oggetto la disciplina del rapporto individuale di lavoro. Ciò perché, in un mercato globale altamente concorrenziale, anche tale disciplina incide in modo determinante sulla competitività del tessuto produttivo e dell’economia del Paese. Competitività dalla quale dipende la produzione di ricchezza. Il nuovo equilibrio tra tutele individuali e interessi generali non implica, necessariamente, l’arretramento delle prime, bensì una loro diversa riarticolazione, quanto a priorità, contenuti e modi di realizzazione.

Anche le disposizioni che maggiormente risentono della necessaria considerazione degli interessi generali non sono mai state orientate al mero ripristino delle regole del libero mercato e dell’eguaglianza formale. Anzi, continua a rivestire un rilievo centrale il riconoscimento dei diritti della persona del lavoratore.

Allo stesso tempo, una importanza crescente è assunta dalle riforme volte a rafforzare la tutela della persona del lavoratore al di fuori del rapporto di lavoro, nella fase, cioè, della ricerca dell’occupazione o di nuova occupazione, mediante la predisposizione di servizi per l’impiego, politiche attive per la promozione del lavoro, e strumenti di sostegno del reddito. Per quanto riguarda la previdenza sociale, infine, le riforme mirano a realizzare l’obiettivo della sostenibilità della spesa pubblica, tenendo conto dei cambiamenti demografici e dei cambiamenti occupazionali.

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