L’apparato burocratico

Lo Stato si differenzia da altre organizzazioni politiche che pure hanno realizzato il monopolio della forza legittima in un determinato territorio per la presenza di un apparato organizzativo servito da una burocrazia professionale.

L’organizzazione è stabile nel tempo ed ha carattere impersonale perché esiste e funziona sulla base di regole predefinite. La complessa attività dell’apparato è scomposta in numerosi compiti minori,ciascuno dei quali è esercitato da strutture minori.

Naturalmente l’apparato organizzativo e le strutture che lo compongono sono azionati da uomini, ma questi operano nei limiti delle competenze assegnate e di procedure prestabilite. Il funzionamento dell’apparato presuppone la presenza di una burocrazia professionale. Quest’ultima è formata da soggetti che “per vivere” prestano la loro opera professionale a favore dello Stato. Oggi le burocrazie degli apparati pubblici dei maggiori Paesi variano fra i tre e di 6 milioni di persone e hanno spese complessive che sovente sono pari alla metà del prodotto interno lordo.

Lo Stato come persona giuridica

Le persone giuridiche non sono altro che figure soggettive immateriali tendenzialmente equiparate, quanto alla capacità di imputazione giuridica, alle persone fisiche. Le associazioni riconosciute e le società commerciali sono esempi di persone giuridiche.

Con l’attribuzione allo Stato della personalità giuridica si otteneva il risultato di affermare di impersonalità dell’apparato.

Anche oggi spesso si dice che lo Stato (per esempio lo Stato italiano) ha la personalità giuridica. Ma si tratta di un’affermazione che non corrisponde alla realtà. Infatti, giuridicamente lo Stato non agisce mai unitariamente, come avviene invece per altri enti (per esempio, il comune). Nelle liti, parte in giudizio non è mai lo Stato, bensì un certo ministro, o il prefetto, o il dirigente, o un’altra parte dell’apparato. Perciò, se si vuole descrivere la realtà correttamente, non resta altro che definire lo Stato come “un’organizzazione disaggregata”, cioè come “un congiunto organizzato di amministrazioni diverse”.

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