La democrazia pluralistica tra identità e rappresentanza

Sull’idea di rappresentanza politica si sono profilate varie linee interpretative.

LEIBHOLZ → i partiti sono il momento centrale di integrazione politica del popolo. La democrazia si impernia sul rapporto identitario popolo-partiti-stato.

KELSEN → spinge ancora più oltre la critica alla rappresentanza: essa è solo una finzione inutilizzabile come schema-guida del parlamentarismo democratico.

Quindi vi è questo parallelismo tra democrazia identitaria (Leibholz) e parlamentarismo democratico (Kelsen).

Entrambi rifiutano la rappresentanza politica, ma per il primo il rifiuto coincide con la ricerca di uno schema identitario, per il secondo invece si trattava di rendere più lineare il circuito di procedure democratiche.

Con queste premesse entrambi arrivano a valorizzare il ruolo del partito.

La controversia mandato indipendenza

In un suo saggio Ernst Frankel suggerì di distinguere le forme di governo democratiche sulla base della combinazione fra elementi rappresentativi e plebiscitari a seconda che esse siano indirizzate ad un’identificazione aprioristica di una volontà popolare intesa come interesse generale, oppure presuppongano una volontà popolare come risultante di un procedimento dialettico.

Tale schema offre una griglia significativa per valutare il rapporto tra parlamentari, partiti e pluralismo sociale, e le virtualità della garanzia del libero mandato. Quest’ultimo non protegge solo uno status individuale ma include una garanzia della libertà del processo politico.

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