Prima di passare all’esposizione delle singole operazioni bancarie sono necessarie alcune

avvertenze preliminari relative all’attuale disciplina.

Le operazioni bancarie sono per la prima volta regolate dal codice civile del 1942.

Si tratta però di una disciplina parziale e lacunosa: infatti il codice si limita a regolare solo alcune delle tipiche operazioni. Inoltre, la tipologia delle operazioni poste in essere dalle banche del tempo è diventata molto più ricca ed in parte diversa da quella codificata nel 1942. basti pensare che il codice sembra ignorare quello che oggi è il più importante e diffuso contratto bancario, ossia il conto corrente bancario. La regolamentazione dei contratti bancari è restata perciò in larga parte affidata alle cosiddette norme bancarie uniformi, che sono condizioni generali di contratto predisposte non dalle singole banche ma dalla loro associazione di categoria (Abi – Associazione Bancaria Italiana).

Le norme bancarie uniformi non si limitano a colmare i vuoti della disciplina legislativa ma la modificano o sostituiscono con clausole spesso vistosamente vessatorie per i clienti e talvolta di dubbia validità.

Da tempo era perciò particolarmente avvertita nel settore dei contratti bancari la necessità di una maggiore tutela del cliente.

Negli ultimi anni la situazione è significativamente mutata per effetto di una serie di interventi legislativi volti a ridimensionare il prepotere contrattuale delle banche. Un ulteriore contributo al miglioramento del grado di tutela dei clienti delle banche è stato determinato dall’applicazione al settore bancario della disciplina antimonopolistica nazionale. Nel 1994 la Banca d’Italia ha stabilito che le norme bancarie uniformi costituiscono “intese” restrittive della concorrenza e ha imposto all’Abi di specificare che le stesse non hanno carattere vincolante per le banche associate.

 

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