Il conto economico indica schematicamente le variazioni verificatesi nel corso dell’esercizio, dando una rappresentazione dinamica dei movimenti del patrimonio nel corso dell’esercizio. Mentre in precedenza esso veniva redatto in due colonne (profitti e perdite), attualmente l’art. 2425 prevede un conto cosiddetto a scalare, articolato su cinque gruppi di voci, la somma dei cui rispettivi saldi porta al:

  • risultato prima delle imposte.
  • imposte sul reddito dell’esercizio, correnti, differite e anticipate.
  • indicazione del saldo, che rappresenta l’utile o la perdita dell’esercizio.

Questo sistema consente un’analisi della gestione per aree, con l’attribuzione distinta a ciascuna di esse dei relativi costi e ricavi. Essa, in particolare, consente di distinguere se l’utile o la perdita finali nascano dalla gestione ordinaria (normali attività previste nell’oggetto sociale) o dalla gestione straordinaria (operazioni fuori dal normale andamento).

Le aree in questione sono rispecchiate dalle seguenti voci:

  • valore della produzione (es. ricavi).
  • costi della produzione (es. acquisto di materie prime, personale).

Sebbene questi due primi gruppi diano una prima indicazione se l’esercizio sia stato positivo o negativo, nel conto entrano altri tre gruppi di voci, ciascuno dei quali si chiuse con un saldo positivo o negativo:

  • proventi (partecipazioni e titoli posseduti) e oneri finanziari (pagamento di interessi).
  • rettifiche di valore di attività finanziarie (rivalutazione e svalutazione di cespiti).
  • proventi e oneri straordinari (alienazioni comportanti plusvalore o minusvalore).

La differenza tra il saldo A e B sommato algebricamente ai saldi delle altre tre lettere, detratti gli oneri tributati, dà il risultato (positivo o negativo) dell’esercizio.

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