Un secondo gruppo di regole legali di interpretazione sono quelle cosiddette Oggettive, caratterizzate dal fatto di trovare applicazione sussidiaria, ossia di intervenire del solo caso in cui dall’applicazione delle regole di interpretazione soggettiva non sia possibile individuare la comune intenzione delle parti.

I criteri di interpretazione oggettiva, sono anch’essi diretti a stabilire il significato e la portata del contratto, ma prescindono in qualche modo dalla comune intenzione (questi criteri intervengono quando è dubbia la comune intenzione delle parti) e mirano a ricostruire il significato dell’operazione economica alla luce di regole normative.

In questo senso occorre sottolineare la distinzione tra interpretazione oggettiva ed integrazione negoziale. Si tratta, infatti, di due operazioni nettamente diverse in quanto, mentre con l’interpretazione oggettiva si mira comunque ad evincere la volontà delle parti trasfusa del contratto (seppure mediante una valutazione operata direttamente dalla norma giuridica); l’integrazione è, invece, diretta a colmare una lacuna del testo contrattuale supplendo alla carenza di volontà delle parti.

Le regole dell’interpretazione oggettiva, inoltre, non solo hanno una applicazione sussidiaria, ma sono altresì caratterizzate da una sorta di gerarchia “interna” in quanto trovano applicazione nel seguente ordine:

a) interpretazione utile (ossia il principio di conservazione del contratto)

b) interpretazione secondo gli usi

c) interpretazione contro il predisponente

d) interpretazione equitativa.

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