Le norme giuridiche sono destinate agli uomini per regolarne la vita di relazione. Ogni uomo quindi è assoggettato al diritto e allo stesso tempo beneficiario di esso. In tal senso ciascun individuo viene definito soggetto di diritto, per significare che è portatore di interessi tutelati. Soggetto e persona nel linguaggio giuridico sono quasi sinonimi, nel senso che individuano il destinatario delle norme giuridiche. Si può intendere il soggetto come il destinatario delle norme e la persona come il soggetto che si relaziona con gli altri soggetti assumendo il ruolo di proprietario, creditore, debitore, genitore e così via. In ciascun ruolo il soggetto è titolare di specifici diritti ed obblighi. Ogni soggetto può essere rappresentato poi da un altro soggetto. La rappresentanza è volontaria o legale a seconda che derivi da un atto dell’interessato o dalla legge. l’ordinamento giuridico riconosce la soggettività non soltanto all’uomo individualmente, ma anche ad organizzazioni di uomini, di qui la distinzione tra persona fisica (uomo singolo) e persona giuridica (organizzazioni sociali). Una specifica tutela della persona fisica è quella che si realizza attraverso al configurazione di rapporti giuridici familiari. La famiglia è un’istituzione sociale che viene regolamentata attraverso il riconoscimento di diritti di ciascuno dei suoi membri rispetto agli altri in ragione della naturale posizione generazionale di ognuno. Il rapporto coniugale si instaura con il matrimonio e i doveri e i diritti dei genitori nei confronti dei figli sussistono sia nelle ipotesi di figli legittimi che di figli naturali o ancora adottivi. Si è osservato che l’ordinamento giuridico tende a tutelare gli interessi delle persone. L’interesse normativamente tutelato pone l’interessato in una situazione di vantaggio nei confronti di chi risulta in una situazione di svantaggio. Queste prendono il nome di situazioni giuridiche soggettive. Le situazioni che esprimono una posizione di vantaggio si dicono attive ( diritti soggettivi, poteri, facoltà), le situazioni che invece esprimono una posizione di svantaggio si dicono passive (obbligo, onere, soggezione).

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