A differenza dell’interpretazione giurisprudenziale, quella dottrinaria è finalizzata all’elaborazione dei concetti con cui si esprime in sintesi il senso delle norme. Il metodo esegetico è quello normalmente privilegiato dai giudici e si limita ad una ricognizione del significato letterale – sistematico del testo normativo. Il metodo concettualistico si avvale di un procedimento logico induttivo mediante il quale si perviene alla formulazione di categorie dogmatiche da cui si ritieni di poter poi dedurre ulteriori valori normativi. Come reazione a tale metodo si è affermata la giurisprudenza degli interessi che individua i valori deducendoli dagli interessi in conflitto che il diritto ha la funzione di comporre. I metodi su indicati possono definirsi positivisti, nel senso che considerano come oggetto di interpretazione il diritto positivo. Il realismo giuridico pone alla base del fenomeno giuridico i fatti e i comportamenti degli uomini, nel senso che le norme giuridiche sono valide se incidono sui fatti che hanno bisogno di essere regolati e sono efficaci nella misura in cui gli uomini si uniformano spontaneamente ad esse. Espressione del realismo giuridico è l’analisi economica del diritto. Una singolare metodologia è quella dell’uso alternativo del diritto che propugna un’interpretazione a tutela degli interessi delle classi subalterne. Diversamente, l’analisi sociologica del diritto è il metodo che tende ad approfondire la conoscenza dei rapporti sociali per una maggiore e più estesa valenza dei testi normativi da interpretare.

Richiedi gli appunti aggiornati
* Campi obbligatori

Lascia un commento