Non appartiene alle caratteristiche di una grande dicotomia di essere l’unica possibile in un certo universo e ci si chiede se ci siano altre dicotomie nel sistema giuridico. Una forse solo potrebbe superare la prova: quella tra diritto consuetudinario e diritto statuito. L’evoluzione degli ordinamenti giuridici in particolare, con la graduale estinzione del diritto consuetudinario e il graduale predominio del diritto statuito, porta sicuramente l’uso storiografico. C’è anche l’uso assiologico: si pensi alle annose e ricorrenti dispute giunte fin’oggi sulla superiorità della consuetudine sulla legge come modo di regolare i rapporti sociali. C’è anche l’uso universalizzante: il diritto consuetudinario non è più parte dell’universo giuridico ma finisce per identificarsi col diritto stesso, con l’unico diritto possibile in una società giunta alla compiutezza del suo svolgimento. Riguardo invece alla distinzione tra diritto naturale e positivo, se questa distinzione è usata in modo ontologico, sembra quasi un’interpretazione irrigidita e una duplicazione della distinzione diritto privato/pubblico e della distinzione diritto consuetudinario/statuito. Proprio una sovrapposizione tra diritto privato e di naturale è visibile perchè per entrambi gli istituti fondamentali sono proprietà, contratto e anche la famiglia. Poi il diritto positivo per eccellenza è quello pubblico.

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