L’iniziativa privata, tuttavia, non riesce ad assicurare tutte le prestazioni di servizi richieste per realizzare i diritti sociali garantiti dalla Costituzione, e questo per due principali motivi:

  • i costi dei servizi sociali sono, di regola, così elevati che coloro che possono sopportarli sono in numero limitato. Il mercato relativo, quindi, non può essere affidato all’economia privata, la quale non è in grado di prestare la quantità necessaria di servizi sociali;
  • l’interesse dei privati allo svolgimento delle attività che costituiscono servizi sociali non è in grado di soddisfare tutti i bisogni, a prescindere che tale interesse sia economico o solidaristico.

Al contempo, tuttavia, non si può pensare di ricorrere all’intervento pubblico nella forma della regolazione per porre rimedio a queste insufficienze dell’attività privata, e questo per due motivi:

  • se fosse imposto ai privati che svolgono le attività in questione di praticare tariffe sostenibili per i cittadini, la libera iniziativa economica sarebbe eliminata;
  • le misure di neutralizzazione ideologica delle iniziative dei privati si porrebbero in contraddizione insanabile con le loro libertà non economiche.

Non risulta quindi possibile nemmeno realizzare i diritti sociali assoggettando queste attività private al regime dei servizi di pubblica utilità.

Le norme costituzionali mostrano di ritenere che l’intervento pubblico relativamente a tali servizi sia necessario e che debba necessariamente svolgersi secondo la formula del servizio pubblico in senso stretto. Nei servizi sociali, peraltro, forse più che nei servizi economici, il servizio pubblico è stato a lungo inteso anche come gestione dei servizi direttamente mediante strutture organizzative pubbliche, ma tale concezione appare ormai in corso di superamento.

Le disposizioni costituzionali relative ai diritti sociali impongono tanto il rispetto della libertà di prestazione di servizi sociali privati, tanto l’esistenza di servizi sociali pubblici e pertanto non richiedono la sussidiarietà dei secondi rispetto ai primi, quanto piuttosto la loro coesistenza. La libera presenza delle iniziative private a fianco di quelle pubbliche rivolte agli stessi utenti potenziali, in particolare, esige un non facile coordinamento, al fine di assicurare che i servizi siano disponibili per tutti senza limitazioni né delle libertà dei produttori privati dei servizi stessi né delle libertà degli utenti, ma anche senza sprechi di risorse pubbliche

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