Il diritto costituisce il mezzo più evoluto di organizzazione sociale, si può ancora oggi affermare che ubi societas ibi ius. Esso non si limita ad indicare ciò che è buono e giusto, ma garantisce il rispetto delle regole evitando che ciascuno si faccia giustizia da sé.

Il diritto si identifica pertanto con l’insieme di regole di condotta – l’ordinamento giuridico – fra i quali assume particolare rilievo quello statuale, in quanto con esso lo Stato interviene allo scopo di costringere gli individui a rispettare i precetti normativi.

L’esperienza dimostra che lo sviluppo economico di una società richiede norme sempre più numerose onde evitare che esso si realizzi a scapito di alcune persone. Il diritto statuale è dunque uno strumento per mettere ordine alla convivenza degli uomini.

Gli ordinamenti statuali democratici si prefiggono di garantire l’ordine per consentire a ciascun individuo l’esercizio della massima libertà senza che ciò diventi pregiudizio dell’altrui libertà (artt. 1-2-3 Costituzione). All’interno della comunità statuale sono ipotizzabili altre comunità sociale cosiddette intermedie che si prefiggono scopi più limitati e i cui ordinamenti sono espressione delle stesse comunità.

Contro la comunità statuale, abbiamo comunità sociali che perseguono finalità incompatibili con quelle dello Stato , o realizzabili attraverso metodi vietati (società segrete); accanto alla comunità statuale abbiamo invece, comunità sociali che si prefiggono finalità diverse da conseguire autonomamente dalla sovranità dello Stato (la Chiesa).

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