Acquisto della sovranità territoriale
Per quanto riguardo l’acquisto della sovranità territoriale, vale il criterio di effettività: l’esercizio effettivo del potere di governo fa sorgere il diritto all’esercizio esclusivo del potere di governo medesimo. Molti aspetti della problematica dell’acquisto della sovranità territoriale hanno ormai perso quasi del tutto attualità: essi, infatti, erano legati all’esistenza di territori di nessuno o magari non ancora scoperti. Attuale, invece, è il problema degli acquisti di territori effettuati in violazione di norme internazionali di fondamentale importanza. La prassi sembra sostanzialmente orientata nel senso che l’effettivo e consolidato esercizio del potere di governo su di un territorio comunque acquistato comporti l’acquisto della sovranità territoriale. Le conseguenze giuridiche di una condotta violatrice di norme internazionali, tuttavia, sono quantomeno due:
- l’obbligo (teorico) di restituzione, gravante sullo Stato che abbia commesso l’aggressione o detenga il territorio in dispregio del principio di autodeterminazione dei popoli;
- l’obbligo gravante su tutti gli altri Stati di negare effetti extraterritoriali agli atti di governi emanati in quel territorio (c.d. isolamento giuridico dello Stato).
Nel caso della sovranità su zone di confine o su isole il cui possesso sia oggetto di controversia tra gli Stati confinanti, la Corte internazionale di Giustizia ha sostenuto che l’effettività deve cedere il passo ad un titolo giuridico certo (es. precedente accordo tra gli Stati interessati).
Acquisto e perdita della sovranità territoriale, comunque, si hanno anche in relazione alle vicende relative alla vita dello Stato: quando si verifica un distacco di una parte del territorio con conseguente formazione di un nuovo Stato, solo per fare un esempio, vi è sempre la perdita della sovranità territoriale da parte di uno Stato e l’acquisto della medesima da parte di un altro Stato. Anche in questi casi, quindi, il principio di effettività risulta essere decisivo.
Limiti della sovranità territoriale
I limiti più importanti alla libertà dello Stato di comportarsi come crede nell’ambito del suo territorio sono attualmente costituiti dalle norme internazionali che perseguono valori di giustizia, di cooperazione e di solidarietà tra i popoli. Con l’affermarsi di tali limiti, si è andato progressivamente sviluppando la c.d. erosione del dominio riservato (domestic jurisdiction), ossia delle materie delle quali il diritto internazionale si disinteressa e rispetto alle quali, conseguentemente, lo Stato è libero da obblighi. La stessa libertà dello Stato di imporre o concedere la propria cittadinanza ad un individuo, ad esempio, non è più senza limiti (es. nel caso Nottebohm si afferma che non può essere considerata internazionalmente legittima l’attribuzione della cittadinanza in mancanza di un legame effettivo tra l’individuo e lo Stato).