Consulenza

La consulenza è l’attività diretta ad aiutare chi debba prendere una decisione a farlo nel migliore dei modi, tenendo conto di tutti gli elementi rilevanti.

L’amministrazione consultiva, infatti, partecipa allo svolgimento dell’attività amministrativa (amministrazione attiva) che concretamente provvede alla cura degli interessi, collaborando nella preparazione delle decisioni. Per ottenere tale risultato, sono istituiti degli apparati consultivi con il compito di esaminare i progetti di decisioni amministrative e di esprimere una valutazione circa la loro conformità a parametri costituiti da regole, norme o interessi ritenuti rilevanti.

Atti (pareri e proposte) e posizioni giuridiche soggettive

Gli atti con i quali gli apparati consultivi esercitano la propria funzione, i pareri, si inseriscono nella fase preparatoria (istruttoria) del procedimento che porta a prendere una decisione amministrativa e quindi a emanare un provvedimento. Tali pareri sono classificati in quattro categorie:

  • pareri obbligatori, che l’amministrazione deve chiedere obbligatoriamente;
  • pareri facoltativi, che l’amministrazione può chiedere senza che vi sia nessun obbligo;
  • pareri non vincolanti, che, una volta richiesti ed ottenuti, non obbligano le amministrazioni ad uniformarsi. Tali amministrazioni, comunque, hanno il dovere di tenerne conto, potendo prendere una decisione diversa da quella indicata dal parere solo se siano allegati dei motivi plausibili;
  • pareri vincolanti (conformi), che obbligano a prendere una determinata decisione. In tal caso, quindi, si è in presenza di una co-decisione dell’apparato attivo e consultivo.

Le proposte, che talvolta svolgono delle funzioni simili a quelle dei pareri, sono dei suggerimenti riguardanti una decisione che taluni apparati (proponenti) possono essere legittimati a fare ad altri apparati (decidenti).

I pareri cui l’ordinamento dà maggior rilievo sono quelli di competenza del Consiglio di Stato (c.d. voti). Pareri obbligatori di questo apparato sono previsti, ad esempio, per l’emanazione degli atti normativi del Governo o per la promulgazione dei Testi unici o dei Codici. Le amministrazioni, comunque, possono chiedere al Consiglio di Stato anche pareri facoltativi in relazione, ad esempio, all’interpretazione da dare a norme giuridiche

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