Dal punto di vista funzionale Kelsen ritiene che il diritto è una tecnica specifica dell’organizzazione sociale e questa tecnica si risolve organizzando l’apparato coattivo. Questa tesi è però della teoria positivista del diritto di cui Kelsen era seguace. L’analisi funzionale in Kelsen rimane ferma a questo concetto e per Bobbio questa analisi non è adatta a una società moderna in continua trasformazione. Kelsen sostiene quindi che il diritto è composto di norme e che la caratteristica di queste non è quella di prescrivere comportamenti ma stabilire un nesso d’imputazione tra illecito e sanzione ( si incarna sul concetto di sanzione negativa, definite da Kelsen atti coercitivi). Pur riconoscendo la presenza di sanzioni positive Kelsen sostiene che il diritto si avvale solo delle prime, sostenendo che il principio della pena è molto più applicato di quello della ricompensa.

Kelsen fa 2 riferimenti alle sanzioni positive: il primo dice che la tecnica della ricompensa svolge una parte significativa solo nelle relazioni private degli individui (riferimento di Jhering che aveva diviso due leve fondamentali del comportamento sociale egoistico: la ricompensa (assegnata alla sfera dei rapporti economici) e la coazione (affidata al diritto e allo stato). La dottrina jheringiana ben si sposava con il liberalesimo classico che voleva la privatizzazione dell’economia. Lo stato è solo apparato coattivo quindi e su questa idea si è formata l’idea dello stato di diritto intendo stato limitato dal e al diritto. Kelsen ritiene tuttavia lo stato per il solo fatto di essere uno stato è un ordinamento coattivo e uno stato di diritto e si rende conto dell’importanza della società economica gestita dallo stato industriale, rimanendo però sempre dell’idea che a fare il diritto sono solo sanzioni negative e il mettere la ricompensa nei rapporti privati ne è la prova. per Jherling le sanzioni positive sono solo titoli e medaglie: Bobbio si chiede se ciò sia vero. Egli ritiene che questi titoli e medaglie siano forme blande di sanzione che riguardano fondamentalmente la reputazione: ci si chiede se ci siano ordinamenti giuridici che fan leva sull’attrazione generalmente più alta per gli individui come i beni economici.

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