Reddito e patrimonio. Il 2° designa l’insieme delle attività e delle passività possedute da un certo soggetto a una certa data (concetto statico) ; il 1° misura l’andamento di ricchezza del soggetto in un certo lasso di tempo (concetto dinamico: confronta situazioni economiche esistenti in 2 diversi momenti temporali, che poi delimitano il “periodo d’imposta” per le persone fisiche individuato nell’anno solare, mentre per le società nell’esercizio sociale). Esiste nel nostro ordinamento (dove comunque è più frequente la tassazione sul reddito), forme di tassazione immobiliare (altre ne esistevano in passato), tra cui la più importante è l’ICI (colpisce il possesso di fabbricati, aree fabbricabili, terreni agricoli siti nel territorio statale). La dottrina ha sempre considerato quest’imposta come imposta ordinaria sul patrimonio di tipo reale (con carattere di periodicità, idonea a colpire immobili presenti nel territorio comunale e commisurata al loro valore). Sono però fuori dal concetto di reddito le indennità/liberalità a favore di soggetti esercenti attività d’impresa.

Le variazioni patrimoniali costituiscono reddito, oltre che quando sono frutto di investimento o di attività produttiva, anche se derivano da semplici differenze di valore di un bene (es. plusvalenze patrimoniale). Ex 1 TUIR poi i redditi attratti a imposizione possono essere “in danaro” o “in natura” (non monetari). Questi ultimi sono frequentemente percepiti dai lavoratori dipendenti e sono costituiti in genere da beni o servizi. Il valore di questi coincide col valore di mercato dei beni/servizi (quindi per la determinazione ci si deve riferire ai listini e tariffe del soggetto che li ha forniti). Per quanto riguarda i redditi espressi “in moneta di conto”, si hanno particolari problematiche, tra cui il fenomeno del deprezzamento monetario: l’inflazione provoca il cosiddetto ”fiscal drag”, cioè comporta un incremento del livello dei redditi in termini nominali quando provoca l’aumento dei prezzi e ciò genera effetti discorsivi sul sistema tributario a causa della progressività dell’imposizione, da cui può discendere uno scatto d’aliquota a parità di reddito effettivo. Per fermare ciò, è prevista la revisione di alcuni parametri di liquidazione dell’imposta, es. importo delle detrazioni e degli scaglioni di reddito, quando la variazione degli indici Istat supera una certa soglia.

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