All’interno della procura generale presso la corte di cassazione e istituita la Direzione nazionale antimafia con il compito di stimolare il coordinamento tra gli uffici del pm e assicurare la completezza delle indagini nei procedimenti relativi ai delitti di mafia.

La Direzione nazionale antimafia è dotata di un proprio organico che consta di un procuratore nazionale antimafia e 20 sostituti procuratori.

Il procuratore nazionale antimafia è scelto dal CSM tra i magistrati che abbiano superato positivamente la 5° valutazione di professionalità e che abbiano svolto, per un periodo non inferiore a 10 anni, funzioni di pm o di giudice istruttore. Per la nomina è richiesto il possesso di specifiche attitudini, capacità organizzative ed esperienze nella trattazione di procedimenti relativi alla criminalità organizzata. Alla sua nomina provvede il CSM con la procedura di conferimento degli incarichi direttivi. L’incarico ha la durata di 4 anni e può essere rinnovato una sola volta.

Alla Direzione nazionale antimafia sono addetti, in qualità di sostituti, 20 magistrati che abbiano superato positivamente la 4° valutazione di professionalità, nominati sulla base di specifiche attitudini ed esperienze trattazione di procedimenti relativi alla criminalità organizzata. Alle nomine provvede il CSM dopo aver sentito il procuratore nazionale antimafia, il quale designa uno o più sostituti procuratori per assumere le funzioni di procuratore nazionale antimafia aggiunto.

Al procuratore nazionale antimafia la legge demanda:

  • funzioni di coordinamento delle attività di indagine: il procuratore nazionale impartisce ai procuratori distrettuali antimafia specifiche direttive per prevenire e risolvere eventuali contrasti per assicurare il coordinamento delle investigazioni

In caso di eventuali contrasti investigativi fra gli uffici del pm che procedono a indagini collegate, il procuratore nazionale convoca i procuratori distrettuali interessati per risolvere i conflitti e rendere effettivo il coordinamento. Se le riunioni danno esito negativo il vertice antimafia dispone l’avocazione delle indagini preliminari se accerta la sussistenza di una delle seguenti condizioni:

  1. perdurante e ingiustificata inerzia nelle attività di indagine
  2. ingiustificata e reiterata violazione dei doveri previsti dal cpp per il coordinamento spontaneo

Il procuratore nazionale dispone l’avocazione delle indagini preliminari, dopo aver assunto sul luogo le necessarie informazioni personalmente o per il tramite di un magistrato della stessa direzione nazionale antimafia appositamente designato, con apposito decreto motivato trasmesso in copia al CSM e ai procuratori della Repubblica interessati che possono proporre reclamo al procuratore generale presso la corte di cassazione entro 10 giorni dalla ricezione del provvedimento.

A seguito dell’avocazione, il procuratore nazionale non può, salvo casi particolari, delegare per il compimento degli atti di indagine altri uffici del pm. Le indagini devono essere svolte da magistrati della direzione nazionale antimafia.

  • funzioni di impulso investigativo: il procuratore nazionale provvede ricorrendo all’adozione di specifici atti per assicurare la tempestività e la completezza delle investigazioni.

Si tratta di atti di natura propulsiva, con cui il procuratore nazionale può sollecitare i procuratori distrettuali a compiere atti di indagine che ritiene utili, o addirittura indispensabili, al corretto e tempestivo esercizio dell’azione penale sia nei casi di grave inerzia che nelle situazioni di mancato sviluppo di una determinata pista investigativa.

In quest’ultimo caso, con atto di impulso, il procuratore nazionale può segnalare all’ufficio titolare delle indagini gli specifici approfondimenti investigativi che ritiene debbano essere richiesti alla polizia giudiziaria.

Alla funzione di impulso investigativo il procuratore nazionale provvede con ricorso all’istituto dell’applicazione temporanea consistente nel destinare temporaneamente alle procure distrettuali singoli magistrati appartenenti alla direzione nazionale o alle direzioni distrettuali antimafia nonché magistrati di altre procure della Repubblica presso i tribunali, in casi di procedimenti complessi o che richiedono specifiche esperienze e competenze professionali, oppure per specifiche esigenze investigative o processuali.

Per consentire l’espletamento delle sue funzioni la legge attribuisce al procuratore nazionale poteri peculiari. Il vertice antimafia dispone dei servizi centrali e interprovinciali delle forze di polizia e in particolare della Direzione investigativa antimafia, un organismo ad alta specializzazione con il compito di assicurare lo svolgimento coordinato delle attività di investigazione preventiva attinenti alla criminalità organizzata nonché di effettuare indagini di pg relative a delitti di associazione di tipo mafioso o ricollegabili all’associazione medesima.

Il procuratore nazionale, oltre al potere di disporre degli organi centrali e specializzati di pg, ha la facoltà di adottare direttive intese a regolarne l’utilizzo a fini investigativi da parte delle diverse direzioni distrettuali così da assicurare la corretta funzionalità dell’impiego della polizia giudiziaria nelle sue diverse articolazioni.

Il procuratore nazionale può acquisire ed elaborare notizie, informazioni e dati attinenti alla criminalità organizzata. Ha, inoltre, facoltà di accedere al registro delle notizie di reato e alle banche dati istituite presso le direzioni distrettuali antimafia. Da ciò si desume che il vertice antimafia può acquisire copia di qualsiasi atto delle indagini preliminari e di natura processuale che assuma rilievo per una visione globale e unitaria dei fenomeni di criminalità organizzata.

Con i procuratori distrettuali interessati, il procuratore nazionale assicura il «collegamento investigativo»anche per il tramite dei magistrati della direzione nazionale antimafia.

Il procuratore nazionale può procedere a colloqui investigativi con persone detenute o internate nelle carceri che possono fornire indicazioni utili per l’esercizio delle funzioni di impulso e coordinamento, senza necessità di richiedere le autorizzazioni necessarie per il personale delle forze di polizia.

Al procuratore nazionale devono essere comunicati i provvedimenti che autorizzano le forze di polizia a svolgere colloqui personali con persone sottoposte alle indagini o con persone imputate o condannate per delitti di mafia, così da consentirgli l’acquisizione di ogni notizia utile che riguarda investigazioni in corso su fatti di criminalità mafiosa.

Il vertice antimafia può venire a conoscenza dell’esistenza di contrasti di competenza tra uffici del pm che si riferiscono a procedimenti per delitti di mafia e formulare le proprie valutazioni per favorire la loro effettiva soluzione.

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