Tutto il diritto pubblico europeo tra Otto e Novecento, dunque, si oppone la principio democratico della sovranità popolare. Le costituzioni del tempo possono essere statali oppure, come in Inghilterra, parlamentari ma non democratiche perché tutte escludono di essere generate da un potere costituente del popolo.

In Europa a partire dal 1920 comincia a realizzarsi un importante cambiamento. Si apre una fase di fondazione di repubbliche come quella tedesca di Weimar instaurata con la costituzione del 1919. Queste repubbliche furono poi superate con regimi totalitari, successivamente seguiti da regimi democratici ispirati al senso sociale. In questo periodo la costituzione non può essere solo statale né solo parlamentare , ma ha dovuto rappresentare grandi discontinuità ed essere atto di fondazione di nuovi regimi, legittimandoli. Perciò nella costituzione sono state inserite le grandi scelte del potere costituente enunciate in principi relativi a diritti fondamentali e di uguaglianza. La costituzione quindi è tornata ad avere un contenuto politico e democratico.

La costituzione di Weimar è il paradigma delle costituzioni democratiche del 1900.

Innanzitutto essa riconosce l’esistenza di un potere costituente posto all’origine della costituzione stessa che è esercitato dal popolo. Il popolo sovrano, dunque, fa delle scelte trascritte nella costituzione sul piano normativo con disposizioni che riguardano i diritti dei cittadini. Questi principi compongono un nucleo fondamentale irrinunciabile della costituzione.Quindi non si tratta più di una costituzione che regola solo i poteri ma vuole soprattutto esprimere principi essenziali posti alla base della convivenza civile. Ne consegue che la Costituzione deve individuare anche gli strumenti per tutelare tali diritti. Tra questi strumenti vi è il principio di inviolabilità dei diritti fondamentali e il principio di uguaglianza

. Nella costituzione di Weimar si ritenne che il parlamento con le leggi dovesse occuparsi di attuare la costituzione e garantire i diritti fondamentali; però nello stesso tempo si diffidò della centralità politica e istituzionale che in tal modo si riconosceva all’organo legislativo.

Perciò si ritenne di inserire un contrappeso che si ottenne con la figura del presidente eletto direttamente dal popolo e dotato di poteri di grande rilievo tutti da riconnettere alla sua funzione principale di rappresentanza dell’unità del popolo.

La costituzione di Weimar suscitò subito dei commenti. Schmitt ad esempio affermò che una costituzione è democratica se è capace di rappresentare il soggetto costituente che le ha dato vita cioè il popolo sovrano. Egli cerca di recuperare la dottrina politica della rivoluzione francese dopo che per lungo tempo essa era stata ripudiata. Per lui se la costituzione esiste e funziona è perché contiene un irrinunciabile elemento politico che consiste nell’essere espressione del popolo sovrano. Da ciò scaturisce la necessità della separazione e dell’equilibrio dei poteri, della tutela giurisdizionale dei diritti, di un metodo parlamentare di assunzione delle decisioni politiche. La costituzione statale tedesca e quella parlamentare inglese avevano perso di vista quest’idea e avevano eliminato qualsiasi riferimento al popolo sovrano e al principio democratico. Quando in Germania cominciò a dilagare il fenomeno della crisi della rappresentanza politica e dei partiti e quindi del parlamento Schmitt ritenne che non poteva andare in crisi l’intero sistema istituzionale ma che nella costituzione di Weimar il principio democratico fosse ugualmente garantito dalla presenza del presidente eletto dal popolo e garante dell’unità del popolo, essenziale per la sopravvivenza della costituzione. Schmitt, partito dall’apologia del potere costituente del popolo sovrano, dunque, arriva all’apologia del principio della continuità dello Stato ritenendo possibile in situazioni di crisi l’accantonamento della costituzione storicamente sostenuta dal costituzionalismo liberale a favore di un’altra costituzione che era la rappresentazione per mezzo del presidente dell’unità e continuità dello Stato tedesco e del suo popolo. Per Schmitt anche questa costituzione è democratica perché esprime l’esistenza politica del popolo tedesco cioè del soggetto costituente che aveva generato al costituzione

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