Il nostro sistema di giustizia costituzionale si è sviluppato essenzialmente attraverso una direttrice che ha portano ad accentuare la qualità politica del controllo di costituzionalità. Questa tendenza è stata favorita da alcune condizioni di partenza del nostro sistema:

  • dai contenuti della Costituzione che la Corte si è trovata ad applicare, ossia dal fatto che essa era venuta ad esprimere una disciplina diffusa ed articolata delle libertà e dei diritti sociali;
  • dalla fisionomia del sistema politico, che ha reso molto complicati i processi di mediazione, così da favorire il sorgere di ruoli di supplenza da parte degli organi di garanzia.

Questa linea espansiva si è sviluppata attraverso vari passaggi, con l’impiego di particolari tecniche decisionali che si sono a poco a poco perfezionate:

  • l’opera di bonifica della legislazione fascista limitativa delle libertà civili e politiche;
  • il ruolo svolto dalla Corte a partire dagli anni ’60 come soggetto promotore di riforme ispirate ai principi costituzionali (es. diritto di famiglia, assetto dei mass media);
  • l’arricchimento del tessuto dei diritti sociali operato attraverso un’applicazione estesa del principio di uguaglianza.

In tutti questi passaggi la Corte italiana ha orientato il proprio ruolo più nella direzione politica della mediazione dei conflitti sociali che nella dimensione giurisdizionale della conservazione dei valori costituzionali.

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