I Visigoti, gli Ostrogoti, i Vandali e gli altri popoli che sotto la spinta improvvisa e terrificante degli Unni invasero dalla fine del IV secolo le terre dell’impero,

Che l’impero e le sue istituzioni avessero precocemente esercitato un’influenza su taluni popoli germanici risulta tra l’altro dal fatto che i loro re ripetutamente accettarono, una volta insediati in occidente con o senza il consenso preventivo degli imperatori, il ruolo di «generali» o «patrizi» dell’impero, mantenendo il titolo regale soltanto nei confronti dei proprio popolo:

Germani :  popoli dediti essenzialmente alla guerra, la pubblica vestizione delle armi

segna ad un tempo

–  il raggiungimento della maggiore età;

– l’ingresso a pieno titolo di un giovane nella comunità politica, costituita dall’insieme dei guerrieri.

 Le decisioni importanti sono prese in comune, riunendo in assemblea gli uomini armati, i quali manifestano il loro assenso percuotendo lo scudo con la lancia.

È in assemblea che si decidono le pene capitali per i crimini più gravi: il tradimento e gli atti di viltà. Per delitti meno gravi sono previste sanzioni diverse come la consegna di capi di bestiame da devolvere in parte al re o alla comunità, in parte all’offeso od ai suoi.

I vincoli familiari sono forti, un legame che si salda attraverso il negozio di scambio patrimoniale costitutivo del matrimonio.

Alla morte del padre, succedono i figli o i parenti prossimi; il testamento è ignoto. Anche in guerra i gruppi familiari combattono uniti, sotto la guida di capi scelti in comune e seguiti per il loro valore, in virtù di un legame personale di fiducia. Ai capi elettivi spetta il compito di esercitare la giustizia

Una società, dunque, bellicosa verso l’esterno ma salda e compatta al suo interno, dotata di consuetudini ben radicate, che vengono rispettate ancor più che se fossero leggi.

Non però una società di eguali, in quanto emerge un assetto sociale già stratificato.

Dove e quando esistono i re, essi vengono scelti «ex nobilitate».

Vi sono poi i capi militari intorno ai quali si aggregano i liberi, raggruppati per famiglie.

Al di sotto dei liberi, i servi vivono in una casa separata da quella del padrone, cui apportano invece beni in natura.

Vi sono infine i liberti.

Visigoti : fondarono tra la Francia meridionale e la Spagna un regno che durò quasi tre secoli (418-711), sino all’occupazione islamica della penisola iberica.

Gli Ostrogoti di Teodorico si insediarono in Italia nel 493 (scalzando Odoacre) e vi rimasero per sessant’anni, sino alla riconquista giustinianea nel 552; ma appena tre lustri più tardi scendevano nella penisola i Longobardi, il cui regno durerà due secoli (568-774).

I Vandali, giunti in Spagna all’inizio del V secolo, passarono in Africa ove rimasero per cento anni (435-534), sino alla riconquista giustinianea, seguita poi dall’invasione islamica.

I Burgundi si insediarono tra Ginevra e Lione e per quasi un secolo ebbero un loro regno (443-534) che fu sconfitto dai Franchi.

Gli Angli e i Sassoni popolarono tra il 500 e il 650 la massima parte del territorio meridionale dell’isola britannica, confinando i Bretoni nelle estremità occidentali della Cornovaglia e del Galles.

E’ certo però che là dove un regno si formò, legato a un territorio, esso non poté fare a meno di dar vita a un proprio specifico diritto.

Si trattava di regole non scritte, cioè di consuetudini: non di altro necessitavano quei popoli dediti alla guerra, cui era sconosciuta tra l’altro la proprietà individuale dei fondi immobiliari. Per un certo periodo dopo gli insediamenti, il regime consuetudinario rimase il solo praticato dagli invasori; specie nei loro rapporti interni, ancora disciplinati prevalentemente dalla tradizione.

Nei rapporti con la popolazione romana, il problema capitale dell’insediamento fu risolto mediante un sistema di ripartizione delle terre.

Visigoti e Burgundi ottennero i 2/3 delle terre lasciando ai romani la terza parte, mentre fra gli Ostrogoti di Teodorico e i romani la proporzione fu inversa.

Questo sistema era legalizzato nel patto (foedus) con cui i regni romano – barbarici regolavano i loro rapporti con l’impero, e consentì una convivenza relativamente agevole, anche perché il riparto avvenne in larga misura sui possedimenti dei ceti più elevati, i senatori. Esso fu praticato nei regni franco e longobardo.

I caratteri così differenziati delle due civiltà venute a contatto, la romana e la germanica, non potevano certamente convivere né amalgamarsi con facilità.

Ciò può spiegare come  si sia precocemente realizzato un criterio di coesistenza tra i diversi sistemi di diritto, denominato «personalità della legge». Più diritti erano riconosciuti come validi, ciascuno con riferimento ad una stirpe: i longobardi applicavano a se le loro proprie consuetudini, mentre la popolazione romana poteva continuare a regolare i propri rapporti giuridici sulla base del diritto romano volgare.

Naturalmente, il principio della personalità della legge non opera- va rispetto a quegli istituti di diritto pubblico che costituivano l’ossatura dei nuovi regni.

Trascorso un certo periodo dalla fondazione del regno, il regime giuridico puramente consuetudinario non fu più sufficiente. Nacquero allora le prime leggi scritte.

Le leggi dei Franchi e dei Longobardi sono assai più fedeli allo spirito originario delle consuetudini dei rispettivi popoli, ma è molto significativo che, ciò nonostante, esse siano state scritte nella lingua dei vinti: il latino.

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