Un altro esempio di teoria imperativistica esclusiva, è la dottrina di Adolfo Ravà secondo il quale il diritto è si un insieme di imperativi, ma di quella specie che , con Kant, si possono chiamare norme tecniche. Prendendo spunto dalla distinzione kantiana tra imperativi categorici e ipotetici, Ravà sostiene che le norme giuridiche appartengono ai secondi perchè esse non impongono azioni buone in sé stesse e perciò categoriche, ma azioni che sono buone per raggiungere certi fini e quindi ipotetiche. Il fine a cui tendono le norme giuridiche è la conservazione della società quindi il diritto è quell’insieme di norme che prescrivono la condotta necessaria che devono tenere i componenti di una società, affinché la società stessa possa esistere.

La dottrina di Ravà significa quindi che l’ordinamento giuridico è uno strumento per raggiungere un certo scopo (ordine sociale). Ora però, se il diritto nel suo complesso è un ordinamento normativo tecnico, non si distingue più da ordinamenti normativi come quello del gioco o delle regole sociali. Per tutti questi ordinamenti si può ire che sono normativi strumentali; resta a vedere se non si possa introdurre un’ulteriore specificazione, tenendo presente la distinzione fatta da Kant tra regole strumentali di un fine reale (norme prammatiche) e regole strumentali di un fine possibile (norme tecniche).

Allora si può dire che il fine del diritto, rispetto a quello del regolamento di un gioco, è un fine reale al quale non posso sottrarmi e la cui attuazione è obbligatoria; da qui risulterebbe che l’ordinamento giuridico è composto da norme prammatiche. Quanto alle norme singolarmente prese, sostenere che esse sono tecniche, non significa più che mirano al raggiungimento di un fine ma che lasciano aperta un’ alternativa. Il dire che le norme sono tecniche, equivale a dire che ogni norma giuridica è caratterizzata dal fatto che alla sua trasgressione corrisponde una sanzione: teoria del diritto come norma tecnica e teoria della sanzione come carattere costitutivo del diritto, si congiungono.

Lo scopo della sanzione è imputare una conseguenza spiacevole a colui che trasgredisce una regola, tale scopo può essere raggiunto in due modi: o facendo in modo che violando la norma non si raggiunga  il fine, o facendo in modo che violando la norma si raggiunga un fine opposto a quello che si voleva. In entrambi i casi il destinatario della norma ha un’alternativa.

Nel primo caso: “o fai X, o non otterrai Y” dove Y è il fine desiderato; nel secondo caso: “o fai X o otterrai Y”, dove Y è il fine non desiderato. In quanto riconducibili a proposizioni alternative, entrambi i tipi sono riducibili a proposizioni ipotetiche, riducibili a loro volta a norme tecniche del tipo: Se vuoi Y devi X” e “se non vuoi Y devi X”.

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