Perché sussista la rapina propria deve esistere un rapporto strumentale (di mezzo a fine) tra vis e sottrazione, nel senso che la prima deve servire per sottrarrete o per entrare in possesso della cosa. In caso di connessione meramente occasionale o consequenziale, invece, si ha concorso dei reati di furto e di violenza (es. percosse, lesioni), qualora non si versi nella rapina impropria. Il soggetto passivo della condotta violenta, peraltro, può anche non coincidere col soggetto passivo del reato (es. vis utilizzata per neutralizzare terze persone che si oppongono alla sottrazione).

La differenza tra rapina ed estorsione va individuata nel fatto:

  • l’estorsione, appartenente alla categoria dei reati con la cooperazione della vittima, è caratterizzata dal requisito positivo dell’atto di disposizione patrimoniale. La violenza e la minaccia, quindi, devono essere rivolte a carpire un tale atto, ossia a realizzare una coazione relativa (non assoluta);
  • la rapina, appartenente alla categoria dei reati di aggressione unilaterale, è caratterizzata dal requisito negativo della mancanza dell’atto di disposizione patrimoniale. La violenza e la minaccia, quindi, non devono essere dirette a carpire un tale atto, in quanto lo spoglio deve verificarsi al di fuori di un qualsiasi consensodella vittima. Il che è possibile:
    • perché la vis non ha di mira la volontà, ma la aggira, agendo sulla persona fisica che viene posta nell’impossibilità corporale di agire diversamente (es. legare);
    • perché la vis, avendo di mira la volontà, la elimina completamente attraverso una procurata incapacità di volere (es. narcotizzare) o una coazione assoluta, che può essere procurata anche da una minaccia (es. minacciare con l’arma puntata);
    • perché la vis, pur concretizzandosi in una coazione relativa, è utilizzata non per estorcere un atto di disposizione patrimoniale, ma unicamente per permettere all’agente di venire a contatto con la cosa o per agire indisturbato.

Risultano completamente inadeguati gli altri criteri differenziatori:

  • dell’adprehensio (rapina) e della traditio (estorsione), poiché questo criterio, non andando oltre l’aspetto esteriore dei fenomeni, non offre differenze concettuali;
  • dell’immediatezza (rapina) e della non immediatezza (estorsione) del danno, poiché questo criterio si presenta empirico ed elastico e, come tale, inidoneo a cogliere l’essenza dei due reati e a stabilirne le differenze;
  • della prescindibilità (rapina) o imprescindibilità (estorsione) del comportamento del soggetto passivo, poiché questo criterio si sofferma all’effetto e non risale alla causa del fenomeno, dipendendo a ben vedere la prescindibilità o meno della consegna dal trovarsi o meno la vittima alla mercé dell’aggressore (dipende dalla vis utilizzata);
  • della coazione assoluta (rapina) o coazione relativa (estorsione), poiché questo criterio pecca per eccesso, dimenticando che anche l’estorsione può essere compatibile con una coazione assoluta e la rapina con una coazione relativa.
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