Il tema del lavoro portuale è molto complesso: vi concorrono elementi economici, giuridici, sociali e politici; esso può considerarsi un momento centrale dell’organizzazione portuale.

Le attività svolte non assumono le caratteristiche di pubblici, ma nella disciplina del lavoro portuale si evidenzia un intervento di elementi pubblici, connessi alla natura demaniale del bene in cui si svolge l’attività e all’esigenza di tutelare le finalità pubbliche cui l’uso del porto è destinato.

La legge 84/1994 ha profondamente modificato la disciplina preesistente del lavoro portuale, soprattutto in seguito a una sentenza della corte di giustizia delle comunità europee, che aveva giudicato contrario alla normativa comunitaria l’allora vigente sistema di somministrazione del lavoro per le operazioni portuali.

Secondo l’art. 16 della legge, alle autorità portuali o marittime competono le funzioni relative alla disciplina e alla vigilanza delle operazioni portuali e dei servizi portuali che hanno per oggetto prestazioni specialistiche complementari e accessorie al ciclo delle operazioni portuali.

Per operazioni portuali devono intendersi operazioni che implicano un contatto della merce e degli altri materiali con la terraferma portuale, come ad esempio carico, scarico, deposito, con esclusione delle operazioni nautiche che si svolgono a bordo delle navi anche se ferme in porto.

Il carattere specialistico delle prestazioni oggetto di tali servizi è costituito dalla particolare competenza tecnica del fornitore; il carattere complementare ed accessorio è costituito dalla circostanza che si tratta di attività funzionali al proficuo svolgimento delle operazioni portuali, che contribuiscono a migliorarne la qualità.

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