Le forme di governo conosciute dallo Stato liberale sono la monarchia costituzionale, il governo parlamentare e il governo presidenziale.

La monarchia costituzionale è la forma di governo che si afferma nel passaggio dallo Stato solo Stato liberale. Essa nasce quando il parlamento vede riconosciuti i suoi poteri che limitavano quelli del Re. Nell’Europa continentale si è fermata dopo la rivoluzione francese del 1789. Le prime Costituzioni liberali sono: le Costituzioni francesi, lo Statuto Albertino, la Costituzione prussiana, la Costituzione dell’impero tedesco.

Con la monarchia costituzionale si caratterizza per la netta separazione dei poteri tra il Re ed il Parlamento, titolari rispettivamente del potere esecutivo e del potere legislativo. Il Re restava titolare di prerogative che gli consentivano di partecipare all’esercizio della funzione legislativa attraverso la sanzione delle leggi approvate dal Parlamento, di quella giurisdizionale attraverso la nomina dei giudici ed il potere di concedere grazie e commutare pene. Inoltre il monarca aveva il potere di nominare i ministri, che erano suoi diretti collaboratori.

La monarchia costituzionale si basava perciò sull’equilibrio che si veniva a creare tra due centri di potere – il re ed il parlamento- ciascuno dei quali si basava su un diverso principio di legittimazione politica. Da una parte il principio monarchico- ereditario, dall’altro principio elettivo, sia pure circoscritto ai cittadini più abbienti e istruiti.

Con l’ascesa graduale della classe borghese si assiste ad una graduale evoluzione della monarchia costituzionale che si è trasformata in forma di governo parlamentare.

Quest’ultima storicamente si è affermata allorché tra il re e il parlamento si è inserito un terzo organo, e cioè il Governo o Gabinetto, legato da un rapporto di fiducia con il parlamento il quale poteva costringerlo alle dimissioni votando la sfiducia.

 

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