Il buon funzionamento di un sistema caratterizzato dal pluralismo istituzionale non necessita solamente di una razionale ripartizione delle funzioni e delle risorse tra lo Stato e le autonomie, ma necessita inevitabilmente anche di un apparato di strumenti di raccordo e coordinamento tra le diverse funzioni.

Abbiamo già visto che sono molteplici le materie nelle qualila Costituzioneprevede la collaborazione tra enti territoriali e Regioni, comprese quelle che prevedono la collaborazione delle Regioni a Statuto speciale, i cui Presidenti, ad esempio, hanno diritto di partecipare alle sedute del Consiglio dei Ministri senza avere il diritto di voto. Questo appena citato è però l’esempio di una partecipazione solamente episodica delle autonomie agli specifici atti dello Stato, mentre ciò che è veramente necessario riguarda piuttosto una continuità in tale collaborazione. Da qui nasce la vera e propria necessità di individuare moduli decisionali capaci di realizzare efficacemente il doveroso coinvolgimento di tutti i soggetti piuttosto che di garantire un’impossibile confinazione di competenze separate.

Il principio generale intrinseco al sistema e diretto a garantire il più efficiente esercizio delle rispettive attribuzioni dello Stato e degli altri enti territoriali è il principio di leale collaborazione, che si concreta attraverso un ampia gamma di strumenti, forme e moduli procedimentali idonei a garantire l’esercizio coordinato delle rispettive attribuzioni.

Nonostante tutto, il miglior sistema per assicurare una vera e propria collaborazione tra lo Stato e le autonomie sarebbe l’adozione della Camera delle Regioni in sostituzione dell’attuale Senato, nella quale gli enti locali potrebbero realmente incidere nell’attività e nelle decisioni del Parlamento nazionale. In attesa di questa riforma, quella del2001 haintrodotto le cosiddette Commissioni parlamentari per le questioni regionali , con competenza di esprimere pareri sulla legislazione riguardante le materie di legislazione concorrente. Tuttavia i Governi che si sono succeduti non hanno dato vita a questa opportunità, motivo per cui, ad oggi, il compito più importante di collaborazione è svolto dal sistema delle conferenze. Ne conosciamo di tre tipi:

  • la Conferenza Stato-Regioni, composta dai presidenti di tutte le Giunte regionali e di quelle provinciali speciali e presieduta dal Presidente del Consiglio dei Ministri. Tale conferenza ha il compito di garantire la partecipazione delle Regioni a tutti i processi di legislazione regionale, interregionale ed infraregionale.
  • la Conferenza Stato-città, che affianca la precedente conferenza ed è presieduta dal Presidente del Consiglio dei ministri o da un Ministro da lui delegato.
  • la Conferenzaunificata, composta dalle due precedenti conferenze unite assieme.
  • il Prefetto, che rappresenta lo strumento principale di raccordo tra lo Stato e gli enti locali.
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