Il procedimento amministrativo come forma. A proposito di democrazia e di amministrazione

La legge sul procedimento amministrativo stabilizza le relazioni intersoggettive tra privati e pubbliche amministrazioni, oltre che disciplinare i (non sempre facilmente distinguibili) profili di forma e di sostanza.

Il dibattito tra forma e merito rimanda all’annosa questione se l’attività e gli atti delle amministrazioni siano assoggettati al mero principio di legalità in senso formale, o se sia invece la legalità in senso sostanziale a conformare necessariamente e doverosamente l’azione dei pubblici poteri. Non c’è dubbio che il principio ordinatore del giusto procedimento preluda ad una concezione eminentemente formale del procedimento amministrativo, delle sue frasi e dei suoi diritti, poiché il principio del giusto procedimento si materializza nella predisposizione di una griglia legale di regole del gioco volta ad assicurare la virtuale parità delle parti.

Anche se la forma assume il valore di fattore di ordinazione e di interpretazione sistematica della disciplina sul procedimento amministrativo, la legge 241/90 conferisce ampie e significative potestà normative alle amministrazioni pubbliche, riconoscendolo un rilevante potere di autorganizzazione, ossia di disciplinare in proprio eventi e vicende del procedimento. Si nota con ciò come negli ordinamenti contemporanei il fenomeno della delegificazione, e in generale dei comportamenti cosiddetti informali, miri ad alleggerire l’attività dell’amministrazione volta alla composizione degli interessi in gioco.

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