Metodi formanti (sintesi)

Non tutti i gruppi umani presentano leggi scritte: soprattutto in passato, ma in parte ancora oggi, infatti, esistono delle comunità umane nelle quali si parla del c.d. diritto muto (es. consuetudini). L’esistenza di tali comunità ci permette di capire come non sia necessario che le regole vengano espresse a parole per poter esistere. I nostri codici, in sostanza, non sono indispensabili, potendo tranquillamente sussistere un sistema coerente e ben funzionante che non presenti regole scritte. Le codificazioni, in sostanza, non sono nient’altro che uno dei tanti modi previsti per regolare i comportamenti delle persone.

Secondo la teoria dei formanti, le regole operazionali (nascoste) (es. modalità casuale del iPod), che rappresentano il nucleo di alcuni sistemi, possono essere conosciute solo attraverso la comparazione. Tale impostazione realistica, tuttavia, presenta un pericolo, potendo portare a dire che, sussistendo una relazione statistica, esiste una regola, per quanto assurda (es. se un giudice statisticamente tende ad assolvere quanto mangia pesce, questo non significa che l’alimentazione sia l’elemento centrale della decisione). Occorre quindi tener presente questa prospettiva senza però considerarla come definitiva e sforzandosi di superarla.

Finalità della comparazione

Precisare le finalità perseguite attraverso la comparazione risulta essere allo stesso tempo un atto di correttezza intellettuale e un rilevante accorgimento metodologico. Questo risulta particolarmente utile con riferimento al diritto penale, essendo decisivo precisare se, in tale ambito la comparazione abbia finalità meramente conoscitive oppure sia destinata ad operare anche nella law in action:

  • la comparazione informativa inerisce al solo sistema straniero. Dal momento che tale indagine ha ad oggetto solo materiale grezzo, quindi, la sua funzione è molto limitata;
  • la comparazione per modelli consente di individuare un dato conoscitivo di fondamentale importanza, il profilo funzionale delle norme e degli istituti;
  • la comparazione per formanti non solo consente di individuare i profili funzionali di norme e istituti, ma porta anche a comprendere quali siano le regole operazionali che realmente governano la disciplina dei fenomeni giuridici considerati.

Attori e destinatari della comparazione

In entrambe le categorie il ruolo principale non può che spettare alla dottrina:

  • per quanto riguarda gli attori della ricerca, l’acquisizione del metodo e la conoscenza dei dati presuppongono un impegno professionale proprio solo della dottrina;
  • per quanto riguarda i destinatari il confronto oggetto della comparazione necessita di una verifica critica costante (dibattito scientifico) che solo il sistema dottrinale può fornire.

L’operatore pratico chiamato ad applicare il diritto penale, pur potendo acquisire una certa sensibilità comparatistica, deve comunque trovare accessibili a priori i risultati della comparazione.

Rilevato come lo sviluppo della scienza comparatistica produca una maturazione culturale dell’intero sistema giuridico, occorre quantomeno elencare quelli che possono essere gli ulteriori destinatari della comparazione:

  • il legislatore, che costituisce il principale interlocutore esterno per la dottrina (es. riflettere sui formanti permette di progettare una riforma non velleitaria);
  • il giurista pratico, che può trovare nella comparazione un aiuto insostituibile per chiarire il dinamismo funzionale delle norme e degli istituti (es. Corte costituzionale);
  • il giudice nazionale, che può trarre ausilio interpretativo dalla giurisprudenza consolidatasi all’interno di un altro paese.
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