Come profetizzato da Heidegger a metà degli anni 50, scienza e tecnica hanno conosciuto, specialmente nell’ultimo secolo appena trascorso, una forte accelerazione di fronte alla quale non sempre l’uomo si è trovato preparato, tanto che alcuni osservatori di varia estrazione culturale hanno avanzato la possibilità di una perdita del controllo un anno circa le future conquiste nei settori della scienza e della tecnica. Allo stesso modo, anche nei campi dell’educazione dell’istruzione si assiste a una vera propria invasione degli strumenti tecnico-scientifici senza che parallelamente si proceda all’approfondimento delle corrette modalità del loro impiego.

Nuove tecnologie e problematiche educative

I Mass media e le nuove tecnologie esercitano una incidenza quantitativa e qualitativa sulla vita delle nuove generazioni. L’incidenza quantitativa è data dal fatto che i Mass media, soprattutto di quel computer, scandiscono i tempi e i ritmi di un’intera giornata. L’incidenza qualitativa è identificabile con l’influsso esercitato su schemi ai criteri di valutazione, di condotta, di scelta dei vari spettatori: tuttavia i Mass media e Internet non trasmettono alcun sistema di valori adeguato all’età degli interlocutori, ma anzi li trascurano, ne invadono l’universo personale e tendono a fare proselitismo spingendo alla superficialità delle analisi. Questi aspetti di riversano i loro effetti sull’educazione, nel senso che nel dominio scientifico-tecnologico la frontiera del limite esperienziale si sposta sempre più avanti: il soggetto è spinto ad osare sempre di più, al di là di qualsiasi vincolo morale e religioso, senza mai misurarsi con la regola o con il divieto. Questo porta ad una modificazione radicale della gerarchia dei valori che si ripercuote direttamente sul processo di crescita.

Le sollecitazioni socio-culturali vigenti alimentano concezioni antropologiche centrate sull’esaltazione del sé: si concepisce l’esistenza come ricerca di elementi per rinforzare la sfera individuale, trascurando la dimensione relazionale che spinge ad intrecciare legami significativi con il mondo delle cose, delle persone e dei valori. Uno di questi aspetti è l’insorgere nel soggetto, specialmente se in età evolutiva, della frustrazione da tempo e dell’ansia da tempo, cioè rispettivamente con l’incapacità del soggetto di misurarsi con il concetto di durata nel tempo e continuità delle esperienze; e con l’atteggiamento di chi avverte con timore che il tempo a disposizione non mette di dar corso ai propri desideri e alle proprie attese. Anche la frammentazione del tempo, c’è la tendenza a dividere il tempo in tante sequenze spesso prive di rapporti tra loro, impedisce di tracciare itinerari riguardanti un lungo arco di tempo e quindi è di ostacolo alla progettualità personale. Come afferma Bauman “il tempo non è più lume, ma un insieme di pozzanghere e piscine”.

Il contributo pedagogico alla riconsiderazione dell’umano

dinanzi alla situazione critica suscitata dai nuovi processi scientifici occorre la necessità di contrastare la tendenza a ridurre la riflessione pedagogica a semplice momento che si invoca nei momenti critici e a considerarla come universo di discorso, atto a permettere di dare 1:00 direzione alle molteplici istanze del vivere umano. L’elemento primario da cui muovere e il recupero della dimensione ontologica della relazionalità umana: l’uomo per poter crescere e vivere ha bisogno di incontrare l’altro uomo, e lo scambio di messaggi e informazioni è sempre funzionale alla personificazione delle relazioni. Inoltre gli strumenti tecnologici non esauriscono in sé il processo di conoscenza, ma vanno inseriti in un lavoro di progettazione educativa. Sono i valori che permettono di dare un senso alla molteplicità dei messaggi trasmessi ricevuti e alla meno oggettiva fonte di emissione.

Il contributo pedagogico-educativo di famiglia e scuola

L’educazione alla progettualità ha le sue radici soprattutto nella famiglia, come luogo privilegiato dell’affettività, della relazionalità e dell’organizzazione gerarchica dei valori e delle relazioni. In essa le esperienze delle generazioni passate devono porre le radici per le generazioni future. Per quanto riguarda la scuola l’educazione al progetto si identifica come riflessione sul significato del proprio e dell’altrui di venire in un contesto socio-politico-culturale contrassegnato dall’eterogeneità e dalla molteplicità degli orientamenti. Essa deve recuperare al proprio interno le nuove forme di interazione e di apprendimento, inserendoli in un progetto centrato sull’umano. Poiché il divenire umano è un procedere nel tempo secondo regole di convenienza evolutiva, di adeguatezza e esperienziale e di conformità metodologico-didattica, famiglia e scuola non possono cadere nell’errore di uniformare il tempo del figlio/alunno al tempo della comunicazione informatica, ma devono esaltare altri tempi della vita dell’uomo, da quello contemplativo a quello del ricorso, della riflessione, dell’ascolto e del silenzio. Riguardo gli spazi occorre garantire la praticabilità di luoghi di esperienza diretta per il minore contro l’artificializzazione pervasiva del dato reale: la crescita umana ha bisogno dell’intervento diretto sul mondo concreto per passare, poi, alla simbolizzazione e quindi alla consapevole rappresentazione della realtà.

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