Questa è descritta da Rufo in termini utili a capire in generale il rapporto tra la scienza del giurista e la determinazione concreta dell’equità (p.245,l). Secondo Cicero, il grande merito di Rufo fu proprio quello di aver “divina capacità” di interpretare le leggi nonché di dar concreta esplicazione all’equità riconducendo tutto il ius civile nel suo insieme a chiarezza e all’equità stessa.

Per Cicero il ius civile è un insieme inseparabile di diverse componenti (già visto). L’ars iuris civilis che Cicero ci descrive appare allora esser un’attività scientifica di interpretatio rivolta ad un ordinamento composito, in cui ogni elemento che vi concorre è usato dal giurista secondo un metodo razionale che permette di proporre regole operative capaci di porsi come modelli per future soluzioni, dando tecnicamente contenuto concreto all’aequitas (che è parte del ius civile e acquista “chiarezza” ed “evidenza” mediante la scientia del giurista nell’interpretatio).

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