Uno sviluppo ben più significativo nel 1992 a Maastricht, del Trattato sull’Unione europea (TUE), in vigore nel 1993 non solo opera un ampliamento delle competenze della Comunità ma anche una profonda mutazione della costruzione avviata nel 1957.

L’Unione Europea, dove le Comunità europee, non perdono formalmente le loro identità, e diventano parte accanto a due nuovi settori di cooperazione tra gli Stati membri – la cooperazione in materia di politica estera e sicurezza comune (PESC) e giustizia e affari interni (GAI). A partire da Maastricht, con questo nuovo edificio, l’Unione europea si regge su tre pilastri: il primo composto dalle Comunità europee, il secondo costituito dalla PESC e il terzo formato dalla GAI. Nel Trattato viene inserita la nozione di cittadinanza dell’Unione, quale status comune a tutti i cittadini degli Stati membri, che si aggiunge alla cittadinanza nazionale arricchendola di propri specifici diritti.

Si ampliano le competenze della Comunità a materie quali l’istruzione e la formazione professionale, le reti trans europee, l’industria, la sanità, la cultura, la cooperazione allo sviluppo, la tutela dei consumatori; e si rafforzano quelle già esistenti in materia di politica sociale, coesione economica e sociale, ricerca e sviluppo tecnologico, ambiente. Vengono modificati alcuni meccanismi di funzionamento introducendo, a scapito della procedura di cooperazione, la procedura di codecisione con il Parlamento europeo che dà a quest’ultimo un ruolo paritario con il Consiglio per l’adozione di atti comunitari. Viene creata l’unione economica e monetaria in vista del passaggio ad una moneta unica.

Il disegno istituzionale di Maastricht viene perfezionato cinque anni dopo ad Amsterdam nel 1997, più modeste, le modifiche recate ai Trattati istitutivi compreso il Tue non sono però meno significative. I principi di libertà, democrazia e di rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali oltre che allo stato di diritto vengono consacrati nel Tue coma valori fondanti dell’Unione, una cui violazione da parte di uno Stato membro può portare a sanzioni da parte della Consiglio.

Per la prima volta procede con l’abrogazione di disposizioni divenute obsolete e la rinumerazione degli articoli. Il terzo pilastro creato a Maastricht viene trasferito nel TCE, <comunitarizzando>, assoggettando cioè ai meccanismi ed alle regole di questo, la materia dei visti, asilo e immigrazione e la cooperazione giudiziaria in materia civile. Viene prevista la possibilità che gli Stati membri siano autorizzati dal Consiglio ad avviare tra loro cooperazioni rafforzate in un determinato settore o materia, utilizzando le istituzioni, le procedure ed i meccanismi previsti dai Trattati. Il numero degli Stati membri si è raddoppiato passando dai sei fondatori a 15, nel 1973 avevano aderito Regno Unito, Irlanda e Danimarca, nel 1981 Grecia, nel 1986 Spagna e Protogallo, nel 1995 Austria, Finlandia e Svezia.

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