Lo sciopero, il principale strumento di pressione a disposizione dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali per sostenere le proprie rivendicazioni, consiste nel procurare un danno produttivo ed economico all’imprenditore attraverso l’astensione collettiva dal lavoro. Se la regolazione collettiva delle condizioni di lavoro è il principale fine dell’azione collettiva, lo sciopero ne è il principale mezzo.

Il discorso giuridico relativo allo sciopero chiama necessariamente in causa le teorie della società, dal momento che assegnare allo sciopero un certo posto nel sistema giuridico non può non risentire delle opzioni in merito alla funzione che ad esso si ritenga di attribuire nei modelli di azione sociale. Lo sciopero, comunque, è un istituto centrale del diritto del lavoro, e infatti contiene tutti gli ingredienti fondamentali del paradigma lavoristico:

  • la presa d’atto di una condizione di strutturale contrapposizione di interessi fra la classe proprietaria dei mezzi di produzione e la classe subalterna.
  • l’idea della centralità sociale del conflitto industriale.
  • il programma di emancipazione incarnato dall’attribuzione ai lavoratori di uno strumento di difesa collettiva dei propri interessi.
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