Sul finire del decennio e poi sugli anni ’70, la tendenza verso una redistribuzione del potere e della ricchezza a favore delle classi lavoratrici si intrecciò con fenomeni di contestazione, anche violenta, all’ordine politico e sociale esistente (<<autunno caldo>> del 1969). Nel clima di quegli anni venne emanata una legge della quale si andava parlando da tempo, lo Statuto dei diritti dei lavoratori, che fu approvato con la l. n. 300 del 1970. Tale Statuto aveva due principali finalità:

  • stabilire norme a tutela della libertà e della dignità dei lavoratori.
  • promuovere, all’interno dei luoghi di lavoro, la presenza di organismi di rappresentanza di lavoratori, collegati ai sindacati più rappresentativi, e lo svolgimento di attività sindacali.

Oltre allo Statuto, anche altre leggi furono di particolare importanza:

  • l. n. 533 del 1973, che istituì un rito processuale speciale per le controversie di lavoro, rivolto a rendere più facile e veloce la tutela processuale dei diritti dei lavoratori.
  • l. n. 1115 del 1968, che dette vita all’istituto della <<cassa integrazione guadagni straordinaria>>, poi riordinata dalla l. n. 164 del 1975.
  • l. n. 1204 del 1971, in tema di lavoratrici madri.
  • l. n. 903 del 1977, relativa alla parità tra uomo e donna sul lavoro.

Negli stessi anni, inoltre, si registrò un’imponente crescita della contrattazione collettiva, tanto nazionale quanto aziendale, la quale portò con sé un forte tasso di conflittualità, e quindi di ricorso allo sciopero. Oltre a radicare definitivamente il sindacato in azienda ed a rafforzarne il ruolo politico complessivo, ciò determinò anche una forte crescita dei livelli retributivi, che sostanziò la prima operazione di redistribuzione del reddito, successiva all’accumulazione prodotta dal boom economico. Le retribuzioni dei lavoratori furono protette anche nei confronti dell’inflazione, attraverso un meccanismo (scala mobile) che produceva l’incremento automatico delle stesse in correlazione all’aumento del costo della vita.

In questo periodo, quindi, caratterizzato da una forte crescita del ruolo sociale e del peso politico delle classi lavoratrici, il diritto del lavoro conobbe forse il suo apice, esaltando la propria funzione protettiva e di attuazione costituzionale.

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