E’ necessario dire che l’impero più che uno stato unitario era una federazione di città stato:le civitates facenti capo ad una urbs. Si creò quindi una vera e propria gerarchia di città cui corrispondevano più o meno vantaggi e favori imperiali.

L’estensione della cittadinanza romana a tutti gli abitanti dell’impero,non deve infatti far pensare ad una uniformità istituzionale a livello locale;si riconosceva addirittura localmente che ci s potesse avvalere di uno ius proprium distinto da quello statale.

Riguardo l’amministrazione locale,un ruolo fondamentale lo avevano i curiali:si parla di loro come di un’articolazione indispensabile dello stato,in quanto tenuti a infiniti servizi per l’amministrazione, compensati non adeguatamente.

Erano infatti responsabili del pagamento della imposte e dei debiti cittadini,dell’ordine pubblico e dei lavori pubblici. Nel ceto non si entrava ereditariamente ,ma di fatto i figli venivano iscritti negli elenchi e da allora erano vincolati per più aspetti alla città:non si poteva stabilmente risiedere fuori città,neanche nelle proprie terre.

Le crisi non colpiscono tutti allo stesso modo,ciò vale per i grandi proprietari terrieri, quando non erano curiali vincolati quindi in mille modi alla città. Risiedevano infatti in villeae grandiose,centri produttivi che li fecero diventare i nuovi potentes.

Potevano fortificare le proprietà e dotarsi di eserciti personali. Si formò anche la figura del colono, per sopperire la mancanza degli schiavi;formalmente erano liberi,ma legati alla terra da numerosi vincoli(tendeva già alla schiavitù della gleba). La crisi travolse anche il mondo delle comunicazioni, la cui conseguenza fu l’autonomizzazione delle forze locali, laiche ed ecclesiastiche.

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