Le invasioni barbariche apparvero più che altro come scorrerie di tribù che varcavano le frontiere per fare saccheggi e prender bottino. Ciò iniziò in particolare dopo che Roma a fronte della penuria di legioni cominciò ad assoldare i barbari per la loro passione alla guerra e per evitare razzie. Essi tuttavia a volte si ribellarono: questo perché essi erano milites foederati che avevano combattuto sotto le bandiere di Roma ma si erano ribellati perché gli imperatori non avevano mantenuto qualche promessa, o non li avevano pagati,o avevano dimostrato ingratitudine.

Importante ricordare i Visigoti:

Alarico, re dei Visigoti, era un dux dell’impero d’occidente nei Balcani. Dopo eventi burrascosi fu però nominato magister militum dell’Illirico dall’imperatore d’Oriente Arcadio ed era sceso in Italia guerreggiando con Onorio imperatore d’Occidente e i Vandali. Onorio e Alarico si incontrarono: Onorio propose all’altro uno stanziamento in Spagna se essi fossero riusciti ad allontanare i Vandali. Alarico accettò ma sotto le Alpi fu preso alle spalle dalle truppe romane che la storia ha falsamente tramandato che erano comandate dal capo dei vandali Stilicone. Il risultato fu il sacco di Roma dei Visigoti del 410, sebbene si curò che i luoghi sacri non venissero molestati. Dopo di ciò Alarico andò verso l’Africa ma morì: il successore Atatulfo arrivò in Gallia e ricomincio a combattere per l’occidente come milite federato. Egli era un filo romano: sposò addirittura la sorella di Onorio nonché figlia di Teodosio il grande, pensò addirittura di sostituire l’impero goto a quello romano ma si arrese perché i barbari erano rozzi. Fu ammazzato per i suoi sentimenti filo romani. Da lui in poi ogni re visigoto si fece dare il prenome Flavi in omaggio al massimo esponente dei secondi Flavii, Costantino.

Nel 506 Alarico II fece comporre la Lex Romana Wisigothorum detta anche breviarum alaricum: era una raccolta di fonti normative romane vigenti riprodotte in testo originale. Prima parte: leges con 1/8 codice teodosiano, leggi di Valentiniano III. Seconda parte: iura con Pauli Sententiae e Liber Gai. Ciò venne fatto, secondo molti, per ingraziarsi i cattolici a seguito della decisiva battaglia con i Franchi: questi ultimi sconfissero i Goti, che scapparono dietro i Pirenei perdendo la loro capitale Tolosa. Questa Lex tuttavia seguiva un’altra già esistente, promulgata circa 30 anni prima:la Lex Visigothorum. La presenza di queste due leggi almeno fino al re Chindasvindo dal 642 è quindi plausibile: una era rivolta solo ai romani (la prima), la seconda solo ai Goti. Ciò però porta a dei problemi in quanto il principio della personalità del dir risponde a un’esigenza dei popoli di conservare le proprie consuetudini: ma nella lex Visogothorum c’erano regole tratte dalla prassi volgare romana. Inoltre la lex romana Visighotorum appare idonea a risolver ogni contestazione non solo quelle romane. Quindi entrambe le leggi vigevano con valenza territoriale. Quest’ultima considerazione però urta con la constatazione che i barbari difficilmente potevano osservare il dir ufficiale dell’impero, quindi gli si è dovuto consegnare un adattamento ridotto. Ci si chiede poi cosa ci dovessero fare i romani della legge visigota: il giurista D’ors ha quindi suggerito che il breviarum fosse riservato solo all’uso didattico per la formazione del giurista.

Importante ricordare anche la Lex mundialis. Questa è la legge secolare che i padri del Concilio di Siviglia del 619 avevano invocato identificandola con il Breviarum. Questa sarà valida addirittura fino a Carlo Magno. Quindila Chiesa si interessa al momento conferendo a questo diritto la patina dell’universalità. Siamo forse alla nascita del diritto comune tipico del medioevo.

I burgundi. Essi entrarono in Gallia da nemici dei romani. Ezio generale romano gli sconfisse con l’aiuto degli Unni collocando i burgundi nell’attuale Savoia facendoli milites foederati. Essi si romanizzarono ruotando intorno alla figura di re Gundobado che salì al trono nel 472 ereditando dal predecessore il titolo di magister militum e patritius. Egli si era rifugiato in Italia perché momentaneamente privato della corona dai fratelli burgundi: creò l’imperatore Glicerio che era persona di sua fiducia ma poi tornò a fare il re del suo popolo. Il suo regno lungo fu costellato x la devozione verso l’impero.La Lex Burgundionumchiamata poi Lex Gundobada, rispetto al caso visigoto ha disposizioni che appaiono chiaramente rivolte a entrambi i gruppi etnici. Gundobado nella prefazione scrive un qualcosa che non si trova nella legge visigota: i giudici dovranno usare questo codice per risolver le controversie tra Burgundi e Romani. Fu fatto un altro ordinamento:la Lex RomanaBurgundionum ma è difficile dire quanto sia apparso. Il contenuto sarebbe molto simile a quello della lex romana visigothorum solo che qui parafrasata e non nel testo originale come la prima.

Infine vanno ricordati i franchi. Essi non furono toccati dal fenomeno della doppia legislazione. Essi diventarono padroni nel VI seco della Gallia e nell’epoca di Clodoveo (fine V sec) sembra che entrò in vigore il Pactus legis Salicae ossia un piccolo complesso normativo di impronta germanica, specie per stabilir pene pecuniarie per reati.

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