I tre codici: Teodosiano, Ermogeniano e Gregoriano, compaiono quando la vita degli iura appare più difficile, inizia quindi a prevalere la legge su di essi.

I primi due codici appaiono durante l’età di Diocleziano (284- 305), alla fine del III secolo. Questi due codici sono da ricondurre la cancelleria imperiale. Il processo di affermazione della legge è nascosto quando essi vennero compilati. Al loro interno non troviamo leges o costituzioni, ma rescritti, ovvero pareri resi dagli imperatori ai magistrati. Questo significa che, dietro la loro produzione, non vi è ancora la Maiestatis dell’imperatore, il quale tendenzialmente soffoca gli iura.

Il codice Gregoriano, datato 292/ 293, raccoglie tutti i rescritti a partire da Adriano (117- 138) in poi;

Il codice Ermogeniano, quasi a costituire un supplemento del precedente, raccoglieva i rescritti di Diocleziano datati 293/294.

Il codice Teodosiano contiene invece delle costituzioni. Esso entrerà in vigore dal primo gennaio del 493, nonostante la sua pubblicazione risalta 438. Tale codice rappresenta un prodotto di ripiego nel senso che, Teodosio, voleva arrivare alla compilazione di due raccolte, contenenti costituzioni vigenti e non vigenti, oltre agli iura, una indirizzata alla scuola e una al foro. Tale progetto naufragò però per le 1000 difficoltà. Già Teodosio sarebbe voluto arrivare là dove, 100 anni dopo, arriverà Giustiniano, il quale metterà insieme iura nel Digesto e costituzioni nel Codex.

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