L’evoluzione del diritto di libertà informatica si declina anche nella dimensione sociale e politica dell’uomo: sotto tale profilo le tecnologie informatiche possono essere implementate per garantire il coinvolgimento nei processi decisionali, permettere il controllo democratico e facilitare iniziative dirette ai cittadini per dare sostanza a quella che viene definita e-democracy.

Con il concetto ampio di e-democracy ci si riferisce all’utilizzo delle tecnologie informatiche nelle diverse fai del processo democratico, al fine di promuovere il coinvolgimento nella sfera pubblica e agevolare l’esercizio dei diritti politici e civili.

L’ e-democracy è esplicitamente prevista dalla legislazione ordinaria, in particolare dall’articolo 9 del decreto legislativo 82/2005 che è stato oggetto di modifica da parte del decreto legislativo 179/2016.

La norma pone un impegno in capo ai soggetti pubblici, al fine di colmare la distanza fra cittadini e decisori: la democrazia elettronica si pone garantendo maggiore trasparenza e favorendo il coinvolgimento nei processi decisionali per mezzo del dialogo con la collettività, che si sostanzia nella raccolta di proposte, osservazione e feedback.

La democrazia elettronica può concretizzarsi in strumenti diversi quali la pubblicazione di informazioni e documentazione sul web, newsletter, forum, focus group, sondaggi, consultazioni pubbliche online fino ad arrivare al voto elettronico.

Il contrasto tra digital divide e la inclusione digitale si pongono come precondizione dei processi di e-democracy.

L’e-voting si configura come uno strumento per snellire le procedure di espressione del suffragio grazie alla riduzione dei tempi e l’abbattimento dei costi elettorali, permettendo di contrastare e ridurre al minimo fenomeni quali errori, brogli o adulterazioni del voto: il principio ispiratore consiste nel favorire la trasparenza delle operazioni elettorali, accrescendo la fiducia dei cittadini e l’affluenza alle urne, combattendo così l’astensionismo. L’automazione del procedimento elettorale può avvenire in due modi:

  1. Nel caso dello scrutinio elettronico gli elettori esprimono il voto secondo le modalità usuali e le tecnologie sono utilizzare nella fase successiva, durante le operazioni di
  2. Nel caso del voto elettronico vero e proprio, le tecnologie informatiche si utilizzano per l’espressione del suffragio.

Sono possibili diverse tipologie di voto elettronico: la votazione offline dove i computer utilizzati non sono in alcun modo collegati in rete oppure online dove i computer utilizzati sono collegati in una rete chiusa o aperta, quale internet.

Un esperimento di voto online di grande rilievo si è verificato in Arizona nel 2000: in occasione delle primarie, il partito democratico dell’Arizona si è affidato al voto online, lasciando all’elettore la scelta di votare con scheda elettorale cartacea o via Internet.

Alcuni Stati, in un primo tempo, hanno abbracciato soluzioni di voto elettronico ma poi hanno abbandonato tale modalità a causa delle difficoltà tecniche e dei rischi di sicurezza: in Estonia la legge elettorale ammette il voto da casa e, anche nel caso della Svizzera, è previsto il voto online.

In Italia si sono avute sperimentazioni del voto elettronico a livello locale, nonché la sperimentazione della rilevazione elettronica dello scrutinio nelle elezioni europee del 2004 e in quelle regionali del 2005: tali processi non hanno ottenuto i risultati sperati a causa di errori e disguidi.

Le problematiche derivanti dall’ e-voting ostacolano un suo concreto impiego in Italia: i problemi afferiscono al rispetto dell’articolo 48 comma 2 della Costituzionale, ai sensi del quale “il voto è personale ed eguale, libero e segreto”: il principio di personalità esige che il diritto/dovere di voto debba essere esercitato personalmente dal titolare, non solo nel momento dell’identificazione ma anche in quello dell’espressione del suffragio.

Nel caso in cui un soggetto voti al posto di un altro verrebbe inficiato anche il principio di eguaglianza che consiste nel garantire che i voti abbiano lo stesso valore, peso e significato. Di conseguenza è necessario garantire che sia chiaramente individuabile il momento in cui l’elettore finisce di votare e quindi deposita il voto nell’urna e che, a questo punto non sia più consentito modificare il proprio voto.

Inoltre deve essere garantito il suffragio universale e il sistema di voto deve essere comprensibile, immediato e configurato in modo tale da essere accessibile alle persone disabili: sotto tale profilo il digital divide potrebbe comportare difficoltà per alcuni soggetti, creando un’ingiusta disparità di trattamento.

La libertà di voto richiama la necessità che il ricorso a strumenti elettronici non debba condizionare l’espressione, ma consentire all’elettore di manifestare la propria scelta liberamente: l’utilizzo di sistemi online, offrendo una potenziale maggiore autonomia, permette una teorica espansione della libertà ma questo requisito viene limitato dalle possibili violazioni nella segretezza.

Di conseguenza, l’insieme di caratteristiche che connotano il voto a livello costituzionale rendono difficile immaginare l’utilizzo di terminali che non siano situati in luoghi pubblici, perché ciò mina potenzialmente la segretezza del voto, che può essere influenzato. Inoltre, l’utilizzo della rete per le elezioni pubbliche è ritenuto pericoloso, dal momento che pone gravi problemi di identificazione, sicurezza, privacy e controllo: in particolare, nel caso di soluzioni quali l’internet votino diventa difficile prevenire la manipolazione dei dati, proteggere l’anonimato e garantire il sistema di corretto conteggio.

Pertanto i meccanismi di voto elettronico non offrono sufficienti garanzie nel nostro ordinamento costituzionale.

Il processo democratico è influenzato dal modo in cui circolano e sono diffuse le informazioni che possono favorire la capacità di giudizio dei cittadini, il formarsi di una coscienza civica e politica e la partecipazione consapevole. Seppur alcuni movimenti politici si siano serviti della rete, l’utilizzo non è stato particolarmente innovativo e dirompente, mostrando un’incapacità a sfruttare le potenziali digitali in modo strutturato e organizzato.

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