Mill si avvicina a quello che lui stesso chiama un “socialismo qualificato” che guarda con preoccupazione ai difetti del capitalismo e si dichiara ostile alla repressione della associazionismo operaio. “lo scopo principale al quale puntare”, egli nota, “non è il sovvertimento del sistema della proprietà individuale, ma il suo miglioramento”. Il socialismo coglie le antinomie di un capitalismo rapace. Ma il suo limite è quello di prospettare un radicale contrasto sociale. Al posto del conflitto tra le classi bisogna evocare “una amichevole gara di emulazione” che persegue un bene comune a tutti. Le strutture del capitalismo meritano di essere riformate avendo di mira però di realizzare “il sistema individualistico nella sua forma migliore”. Mill fa valere le istanze del mercato e della concorrenza come stimoli necessari per bloccare i monopoli e sconfiggere “la naturale indolenza dell’umanità”.
Solo il mercato introduce parametri di responsabilità senza i quali decadono i ritmi della crescita economica. In Mill sono presenti uno stato non pesante e una concezione proceduralistica della politica. Secondo la sua visione, la politica non va caricata di compiti etici che la rendono il braccio secolare del cammino della virtù. Esistono campi d’azione che vanno affidati alla pura inclinazione del soggetto e sottratti così a qualsiasi intrusione pubblica. La politica ha bisogno di regole comuni, non di valori etico-religiosi comuni. Mill è il teorico della differenza contro ogni omologazione. Egli protesta contro l’eccessiva invadenza dello stato, contro il dominio di una opinione pubblica mediocre che schiaccia l’individuo.
Appena esplorato il nesso tra la politica e l’interesse egli si ritrae e vuole il ritorno della capacità, della cultura, della competenza. Per questo propone “la pluralità di voti da assegnare non in base al censo ma in base a una dimostrata superiorità di istruzione”. Contravvenendo al principio secondo cui i voti si contano, egli attribuisce con il voto plurimo un peso politico diverso agli interessi. In Mill riecheggia il governo dei guardiani o esperti, e la competenza tecnica viene opposta alla politica.