L’ analisi di Antonio Gramsci si sofferma sul rapporto tra Stato (o società politica) e società civile. Lo stato non è tutta la società civile. Gramsci parla di un vero è proprio processo di disintegrazione dello stato moderno. Gli stati moderni tendono al massimo di accentramento, mentre si sviluppano, per reazione, le tendenze federative e localistiche. Guarda a una forma politica che oltrepassa i canoni della democrazia formale nella quale cioè il consenso non termina nel voto e si esaurisce nel principio della delega.

È da vedere se parlamentarismo e regime rappresentativo si identificano e se non sia possibile una diversa soluzione sia del parlamentarismo che del regime burocratico, con un nuovo tipo di regime rappresentativo. Egli riflette su come la Costituzione scritta si adatti al variare delle congiunture politiche. In Italia e Germania invece la penetrazione del partito non si arresta al momento del governo e investe ogni ambito dello Stato.

Gramsci non solo distingue tra impianto costituzionale puro e regime parlamentare ma analizza le trasformazioni indotte dalla presenza dei partiti nella vita istituzionale. Il partito è il veicolo di partecipazione e di organizzazione del consenso che struttura una democrazia.

Il partito, la consapevolezza della parzialità degli interessi organizzati, è ben altra cosa rispetto alle società parziali o allo spirito di fazione. Se lo Stato in quanto edificio generali deve tutelare le parti e seguire procedure certe di decisione, il partito, in quanto ambito parziale, non è tenuto alle medesime regole garantistiche.

La società politica non è tutto lo Stato. Questo significa che le organizzazioni della società, i rapporti di forza reale, i movimenti incidono sulle dislocazioni del potere. Il programma che Gramsci individua è quello di costruire nell’involucro della società politica una complessa e bene articolata società civile, in cui il singolo individuo si governi da sé, senza che perciò questo suo autogoverno entri in conflitto con la società politica.

Il vero nodo dello Stato moderno è quello di conciliare l’irruzione del principio democratico della legittimazione con la persistenza delle ragioni del principio liberale della legalità. Il caso americano pare a Gramsci contrassegnato dalla ricchezza della società civile Il liberalismo americano è il liberalismo della società civile.

Molti sono gli elementi di novità che Gramsci segnala. La nuova personalità femminile, la nuova etica sessuale, la diversa disciplina degli istinti, la attenzione per la salute fisica e psichica, oltre agli alti salari, l’autodisciplina, la fioritura di istituti di credito. Lo Stato copre solo la nazione e il singolo soggetto non è affatto configurabile come un attore pienamente razionale capace di controllare l’intero scenario in cui opera.

La distinzione tra società e Stato è metodica non «organica» come vuole il liberismo che afferma che l’attività economica è propria della società civile e che lo Stato non deve intervenire nella sua regolamentazione. Gramsci è consapevole che lo Stato interventista non è una prerogativa socialista tanto è vero che storicamente un intervento pubblico è dovuto proprio dalla destra.

Il diritto per Gramsci altro non è che uno strumento per creare un tipo di cittadino. Ne parla perciò come di uno strumento della attività positiva di incivilimento svolta dello Stato. Il diritto non è solo repressione ma anche attività premiatrice. Il diritto naturale spesso non è che uno strumento di lotta con il quale si vuole sostituire un diritto naturale con un altro.

È ovvio che esistono problemi di garanzia rispetto a uno Stato che si prefigge compiti di cultura e si serve anche della opinione pubblica come forza coercitiva silenziosa Per Stato oltre all’apparato governativo deve intendersi anche l’egemonia o società civile. La distensione tra società civile e società politica serve proprio per distinguere tra egemonia e dittatura.

L’egemonia significa un consenso attivo e volontario (libero), cioè un regime liberale, democratico. Questo in Croce si ritrova con assoluta trasparenza a parere di Gramsci. In Gentile invece egemonia e dittatura sono indistinguibili, la forza è consenso senz’altro, non si può distinguere la società politica dalla società civile. L’opinione è il punto di collegamento tra società civile e la società politica, tra il consenso e la forza.

Con le nuove tecnologie della società di massa l’opinione pubblica assume uno spessore del tutto originale. Il partito viene ricondotto alle esigenze funzionali della società di massa entro le quali la standardizzazione del modo di pensare e di operare assume estensioni nazionali o addirittura continentali. La radio sostituisce il partito nel normale governo dell’opinione pubblica. La radio può suscitare estemporaneamente scoppi di panico e di entusiasmo fittizio che permettono il raggiungimento degli scopi determinati, nelle elezioni, per esempio.

Il marasma in cui si trova il paese in cui si trova il paese non è dovuto al regime parlamentare ma alla debolezza e inconsistenza organica della classe dirigente e alla grande miseria e arretratezza del paese. Mancava in Italia la società civile che era qualcosa di informe e di caotico e tale rimase per molti decenni. Per questo non si poteva esprimere una vera classe dirigente.

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