La presenza del sindacato all’interno della fabbrica risale all’immediato dopoguerra. Nel 1947, un accordo interconfederale previde la costituzione, all’interno di ogni azienda di ogni stabilimento, di una struttura sindacale che evocava l’esperienza delle commissioni interne. Quest’ultima è prevista la cura accordo realizzarono un modello di organizzazione sindacale istituzionale perché destinate ad operare nell’interesse di tutti lavoratori dell’azienda e dello stabilimento e sulla base di una sorte di rappresentanza politica.

Le commissioni interne furono il risultato del compromesso tra aspirazione del sindacato ad entrare in fabbrica e l’opposizione dei datori di lavoro a consentirne l’ingresso. Furono costituiti esclusivamente dagli stessi lavoratori della fabbrica onde non sempre risultano efficacemente collegate con i sindacati.

Le commissioni interne avevano generici compiti di tutela dei lavoratori, mentre lo stesso accordo e interconfederale che le prevedeva e regolava, negava ad esse una vera e propria rappresentanza sindacale e la legittimazione a stipulare contratti collettivi, ancorché aziendali.

La giurisprudenza non negò la legittimità di tali contratti e li qualificò come veri e propri contratti collettivi.

Successivamente, si è affermato l’istituto dei delegati di reparto. Questo istituto è rimasto più strettamente collegato con le organizzazioni sindacali.

Ai delegati di reparto è affidato il compito di tutelare gli interessi di determinati gruppi omogenei di lavoratori.

I delegati di reparto i consigli dei delegati costituirono un ulteriore esempio di organizzazione sindacale di tipo istituzionale e non associativo.

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