Tutte le volte in cui non trovi per l’applicazione principale automaticità delle prestazioni o comunque, quando dall’omessa o irregolare contribuzione derivino conseguenze in ordine alla realizzazione della tutela previdenziale, il soggetto protetto ha diritto a che i doveri e obbligazioni siano adempiuti non solo da parte degli enti previdenziali, ma anche da parte del datore di lavoro.
Tale diritto si estende al versamento dei contributi previdenziali.
Il diritto del lavoratore al corretto porsi degli elementi che consentiranno il sorgere del suo diritto alle prestazioni previdenziali, trova ora il presupposto per il suo esercizio dell’obbligo, imposto dalla legge ai datori di lavoro e sanzionato in via amministrativa, di consegnare ai loro dipendenti, della denuncia nominativa presentata all’INPS, contenente l’indicazione delle retribuzioni individuali corrisposte.
Il datore di lavoro è responsabile per la violazione del diritto del lavoratore alla periodica regolarizzazione della sua posizione contributiva, e come responsabile sussidiario nei suoi confronti deve anche essere considerato l’ente previdenziale che abbia lasciato cadere in prescrizione i contributi dovuti, ovvero abbia dato comunicazioni errate su una situazione contributiva..
Un’ulteriore tutela della posizione contributiva è stata realizzata dalla legge che prevede la ricongiunzione e, cioè, consente di cumulare le contribuzioni effettuate in regimi diversi ai fini del diritto e della misura di un’unica pensione, ed è stato stabilito dalla Corte Costituzionale un “doppio canale” per i liberi professionisti che non abbiano maturato il diritto a pensione in nessuna delle gestioni cui sono o sono stati iscritti ed ai quali è data la facoltà di scegliere tra il sistema della ricongiunzione dei periodi assicurativi e quello della totalizzazione degli stessi e, poi, dalla legge che ha disciplinato la totalizzazione.