In questo fenomeno opposto alla decodificazione si possono far rientrare tanto le ipotesi di vera e propria promulgazione di nuovi codici quanto le concrete esperienze di quei sistemi giuridici in cui il processo di riforma abbia comunque raggiunto la tappa significativa di un nuovo codice penale (es. Germania, Austria, Portogallo, Francia, Spagna, paesi dell’Est europeo). Gli Stati che, senza essere riusciti a raggiungere il traguardo, hanno comunque visto la presentazione di progetti organici di riforma sono l’Inghilterra e l’Italia.

Tra i codici di integrale nuova promulgazione si può compiere una distinzione in due branche:

  • codici di prima generazione, che si caratterizzano, oltre che per la vicinanza cronologica al dopoguerra, per rappresentare una sorta di immediata reazione alla barbarie giuridica della seconda guerra mondiale. Il codice tedesco, in particolare, rappresenta il prototipo di questa categoria codicistica, essendo prevalentemente orientato a rifondare il diritto penale sui valori della libertà e dignità umane;
  • codici di seconda generazione, prossimi ai nostri giorni, che risentono di una forte esigenza di adeguamento del diritto penale all’emergente complessità delle società moderne. Essi tendono quindi alla tutela di nuovi beni o a tutelare beni tradizionali contro nuove forme di aggressione. A questo gruppo appartiene il codice francese e il codice spagnolo, che non nascono per riaffermare valori pregiudicati dalla guerra, essendo invece motivati da esigenze di adeguamento alle trasformazioni sociali.
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