L’analisi delle differenze tra le regole e le soluzioni giuridiche adottate dai diversi paesi forma oggetto di una scienza (ossia di un sapere criticamente vagliato), la comparazione. Prima di essa,lo studio dei giuristi si limitava all’osservazione di un singolo modello giuridico dato, e giudicato come ottimo: questa premessa non consentiva di indirizzare l’ attenzione sugli altri modelli esistenti ed altrettanto validi.

Nel XX sec. si riconosce che i vari sistemi positivi sono diversi e tuttavia legittimi quindi sorge l’interesse a constatare e misurare le affinità e le divergenze. In un primo tempo la comparazione considerò come proprio scopo quello di ricavare dall’insieme delle istituzioni particolari una base comune che metta in luce l’unità fondamentale della vita giuridica universale.

Ma questa visione è da respingere: la comparazione porta la sua attenzione sulle regole appartenenti ai vari sistemi giuridici per stabilire similitudini e differenze. La comparazione dispone degli strumenti che occorrono per mettere a confronto qualsiasi sistema.

La comparazione nella formazione del giurista

Lo studio della comparazione offre al giurista un potente strumento epistemologico perché: aiuta a scoprire le discontinuità tra regola e definizione; affronta la ricerca del modello giuridico migliore; insegna a capire il diritto di altri paesi

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