Il ritorno al governo del centro-sinistra guidato da Prodi (2006) ha aperto una nuova fase delle politiche del lavoro, sebbene sia subito venuta a manifestarsi una difficoltà di fondo:

  • da un lato un classico programma di sinistra avrebbe dovuto condurre ad un intervento deciso sui provvedimenti legislativi firmati dal governo precedente (es. Decreto Biagi).
  • dall’altro lato si era ormai profilato il problema della bassa competitività della produzione italiana, che il Governo non poteva permettersi di trascurare.

Stretta tra queste due esigenze, quindi, il Governo ha scelto una linea mediana, caratterizzata dalla concentrazione su alcuni temi, condensati nel <<Protocollo su previdenza, lavoro e competitività, per l’equità e la crescita sostenibile>> (2007). Alcuni tra gli impegni programmatici sono stati tradotti in misure legislative:

  • la l. n. 247 del 2007 che ha disciplinato:
    • il contratto a tempo determinato, che ha visto l’introduzione di un tetto massimo di trentasei mesi alle dipendenze di uno stesso datore di lavoro, e l’introduzione, per i lavoratori a termine, di un diritto legale di precedenza nelle assunzioni a tempo indeterminato.
    • il contratto a tempo parziale, la cui disciplina è stata irrigidita, con la chiusura degli spazi che erano stati lasciati alla contrattazione individuale, e istituzione, anche qui, di un diritto legale di precedenza nelle assunzioni a tempo pieno.
    • il contratto di lavoro somministrato a tempo indeterminato e il contratto di lavoro intermittente, che sono stati aboliti.
    • il d.lgs. n. 25 del 2007, di recezione della direttiva comunitaria in tema di diritti di partecipazione dei lavoratori.
    • la l. n. 188 del 2007, con la quale si è cercato di contrastare l’illecita pratica delle dimissioni fatte rilasciare <<in bianco>> al lavoratore, al momento dell’assunzione o nel corso del rapporto.
    • il d.lgs. n. 31 del 2008, nuovo Testo unico in tema di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori, sostitutivo del d.lgs. n. 626 del 1994 e di molta della normativa preesistente.

Al di là di quest’ultimo provvedimento, gli interventi menzionati hanno mantenuto sostanzialmente in vita l’impianto del Decreto Biagi, e si sono focalizzati su aspetti o istituti non centrali, se non marginali, nell’ambito del mercato del lavoro. Lo stallo fra le <<due sinistre>> e le loro diverse filosofie di approccio al tema della tutela del lavoro hanno fortemente pesato nel determinare una debolezza di elaborazione di un’organica politica del lavoro.

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