Anche gli imprenditori possono associarsi secondo diversi criteri di aggregazione.

Natura del capitale

Uno di questi è la natura pubblica o privata del capitale. Con la L. 22 dicembre 1956, n.1589, si co­stituirono le associazioni sindacali delle imprese a partecipazione statale, che uscirono dalla confindustria, per disposizione legislativa. Tali associazioni sindacali stanno ora scomparendo in considerazione della vendita ai privati delle azioni in mano allo stato, con conseguente assorbimento da parte della Confindustria, che costituisce la principale confederazione sindacale degli imprenditori a capitale privato.

Dimensione delle imprese

Altro criterio d’inquadramento è quello della dimensione delle imprese; le imprese di piccole dimensioni, i cui in­teressi non sempre coincidono con quelli delle grandi e medie imprese, potrebbero costituirsi in associazioni autonome; ed infatti la CONFAPI raggruppa le piccole imprese del settore industriale, le quali, tuttavia, po­trebbero aderire anche alla confindustria.

L’organizzazione per settori economici

Le confederazioni dei datori di lavoro raggruppano le associazio­ni dei diversi settori e­conomici, tra di essi diversificati. Esistono, così, oltre che la confindustria, che raggruppa tutte le associazioni semplici del settore indu­stria, la confagricoltura, che raggruppa le associazioni semplici del settore dell’agricoltura, e la confcommercio che raggruppa le associazioni semplici del commercio.

Anche per i datori sia le associazioni semplici che quelle complesse so­no articolate per territorio, come l’unione industriale a livello provinciale.

Autonomia organizzativa

Tra le associazioni semplici e quelle com­plesse, cui le prime aderiscono, non sussiste, a differenza che per l’associane dei lavoratori una circolarità; ne consegue che l’iscrizione all’associazione semplice non comporta l’automatica iscrizione all’associazione complessa.

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