Nell’esperienza costituzionale della Prussia, invece, maturò un’altra concezione della sovranità statale. Lo stato è sovrano in quanto ordinamento originario che si esprime attraverso alcune istituzioni essenziali quali la monarchia, la burocrazia e l’esercito. La costituzione si sovrapponeva a questo stato non essendo per esso indispensabile; pertanto era necessario rispettarla solo se costituita da norme espresse ed univoche. Questa fu la base del governo Prussiano dal 1862 al 1866.

Bismarck espresse chiaramente questa idea di priorità dello stato sulla costituzione affermando che lo stato, in nome dell’interesse nazionale, è la casa solidamente costruita e la costituzione è l’ arredamento, un di più che ci si può permettere solo perché la casa già esiste.

Tutte le costituzioni liberali del XIX secolo in Europa erano lontane dall’idea invalsa in Prussia e si confacevano molto di più all’idea tedesca di sovranità dello stato che riconduceva le rappresentanze popolari e il monarca alla dimensione istituzionale dei poteri dello Stato, limitati dal diritto pubblico statale. In tal modo le assemblee rappresentative erano organi dello stato e non erano depositarie della sovranità popolare e lo stesso monarca era organo dello stato e non poteva più pretendere di rappresentare e personificare l’intero stato. La sovranità dello stato, dunque, impediva la sovranità popolare e quella monarchica e si traduceva in costituzioni statale trasformando le sovranità politiche del monarca e del popolo in poteri giuridicamente regolati. Nacque lo Stato di diritto teorizzato da Jellinek Questo autore riteneva che le dottrine politiche di Hobbes e di Rousseau in realtà erano equivalenti perché tendevano a legittimare poteri assoluti. Jellinek riteneva si dovesse combattere qualsiasi forma di sovranità assoluta, sia del popolo, sia del monarca ed approdare alla sovranità dello Stato ed al suo diritto. Per Jellinek poi la sovranità dello Stato è lo strumento ideale per garantire i diritti degli individui perché consente di negare le sovranità politiche che storicamente hanno indebolito i diritti stessi. Infatti la sovranità del monarca li ha trasformati in concessioni e la sovranità del popolo li ha proclamati ma poi li ha lasciati privi di una seria garanzia. Invece, nello stato di diritto i diritti sono garantiti dalla legge dello Stato sovrano.

Per Jellinek, dunque, la costituzione dello stato comprende i principi giuridici in cui è contenuta la determinazione di quali siano gli organi supremi dello Stato, il modo della loro formazione, i loro rapporti reciproci e la loro sfera d’azione e, infine, la posizione del singolo di fronte allo Stato. Il rapporto tra stato e costituzione è essenziale in quanto il primo non può esistere senza la seconda e viceversa.

Anche in Italia lo stato di diritto tedesco fu recepito favorendo un ‘interpretazione moderata dello statuto Albertino del 1848 e della Carta costituzionale del Piemonte sabaudo che nel 1861 era diventata carta dello Stato unitario. Orlando fu il primo a teorizzare lo Stato di diritto affermando che esso non tollerava il dominio unilaterale del monarca sulla costituzione e sul governo e si contrapponeva anche al dominio della volontà popolare per mezzo delle assemblee popolari.

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